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Buon Primo Maggio!

Il video del 2017 International Jazz Day All-Star Global Concert dall’Havana, Cuba: www.jazzday.com.
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Welcome to Weimar

Per sottrarsi al video di “Macron quindicenne e la prima immagine dell’amore con la prof. Brigitte” (video.repubblica.it), alla “storia di Brigitte, moglie e madre sedotta da Macron” (agi.it), ai servizi su “Macron e le future rughe (della moglie)” (vanityfair.it; l’edizione francese di Vanity Fair mette invece Macron in copertina “raconté par ses femmes”) e ai libri sul genere “Les Macrons” (“une enquête captivante sur un couple à la conquête du pouvoir”), consiglio l’inchiesta che la giornalista Anne Nivat ha condotto nella Francia “periferica” dove vive la maggioranza dei francesi e che racconta com’è cambiato il paese. La giornalista francese é una corrispondente di guerra che ha narrato conflitti lontani in Cecenia, in Iraq, in Afghanistan e che ora si é immersa in sei città francesi. Il libro “Dans quelle France on vit”, in che Francia viviamo, è pubblicato da Fayard.

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Alitalia: una crisi che si trascina da un quarto di secolo

Segnalo l’articolo che Pietro Ichino ha pubblicato sul quotidiano il Foglio in due tempi, il 26 e il 27 aprile 2017  (“L’origine del peccato”) e gli interventi e i documenti che il senatore del Pd ha raccolto sulla crisi interminabile della nostra compagnia di bandiera nel portale del suo sito dedicato a Le vicende di Alitalia nell’ultimo quindicennio.

Sempre su Alitalia, segnalo, “Dopo Alitalia, la fine del mondo? – Istituto Bruno Leoni“. Il paper di @AndreaGiuricin, pubblicato nel 2014, ma attualissimo.

Segnalo, inoltre, l’introduzione di Stefano Ceccanti alla riunione straordinaria della Presidenza di Libertàeguale dedicata al tema “Più Europa per l’Italia”. L’incontro (aperto alla partecipazione di amici e sostenitori dell’associazione) si è tenuto ieri presso l‘Empire Palace Hotel a Roma.

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UK: tutto sembra già scritto

Questa, come stiamo scoprendo, è una fase contraddistinta da risultati elettorali sorprendenti. Il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali francesi rappresenta una svolta epocale: è la prima volta nei quasi 59 anni della V Repubblica che entrambi i candidati al secondo turno non hanno niente a che vedere con il tradizionale spartiacque politico destra-sinistra.

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Venezuela: «el desastre chavista»

Il Venezuela è sull’orlo della guerra civile. Continuano le proteste organizzate in tutte le città dall’opposizione alle quali il governo di Nicolás Maduro ha risposto chiamando i suoi sostenitori a scendere anch’essi in piazza. Mercoledì, negli scontri sono morti due manifestanti e un militare.

Il fallimento chavista, scrive sul Foglio Loris Zanatta, «è il fallimento del regime che aveva preteso di ergersi a modello di ordine antiliberale, a erede della tradizione populista latinoamericana» e «il suo tracollo è anche quello delle ricette e degli slogan con cui il Papa e i suoi eserciti di ammiratori simpatizzano». E nell’articolo, scritto anche per il quotidiano argentino Clarín, aggiunge: «El Papa critica a Temer, pero el desastre chavista no lo deja indemne. Revela que demonizar al mercado sirve para poner en fuga capitales, paralizar inversiones, sabotear la producción, provocar hambre, ira, exilio; que darle las espaldas a la democracia liberal sirvió para centralizar todos los poderes y transformar la dialéctica política en una guerra de religión de la que ninguna institución se ha salvado, y cuyo legado es el odio que divide el país; y que todo esto se hizo en nombre del pueblo, de los pobres que el régimen ha cultivado despilfarrando la riqueza más grande que Venezuela ha visto nunca en su historia».

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La frattura politica che conta

Quasi tutti i sistemi politici del nostro continente si stanno ridefinendo a partire dalla frattura sull’Europa. Sono anni che Pietro Ichino si affanna a ripeterlo. Ora lo vedono anche i ciechi.

«Rispetto a questa frattura –  come ha scritto Sergio Fabbrini sabato scorso sul Sole 24 Ore – destra e sinistra non sono distinguibili. Sia nell’una che nell’altra c’è chi vuole ritornare alle sovranità nazionali del passato e chi invece vuole difendere l’integrazione sovranazionale». E se non si riconosce questo dato, non c’è modo di raccapezzarsi di fronte a quel che succede in Europa da un po’ di tempo a questa parte.

Nella sua bella newsletter settimanale (qui sotto) sulle presidenziali francesi, Francesco Maselli, domenica scorsa ha descritto, infatti, una situazione «inedita e difficilmente prevedibile»: a pochi giorni dal voto sono quattro i candidati che possono qualificarsi al ballottaggio.

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VERSO IL CONGRESSO DEL PD – Incontro pubblico con Enrico Morando. Sala Convegni dell’Enaip di Udine – Pasian di Prato, VENERDì 21 APRILE, ore 19

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E’ troppo tardi per la democrazia turca?

Dal Regno Unito all’Italia, dalla Colombia all’Ungheria, negli ultimi tempi i referendum popolari hanno sconvolto il mondo. Ma quello turco di domenica prossima è davvero unico nel suo genere.

La democrazia turca, si sa è in rianimazione; e il 16 aprile i turchi sono chiamati a votare per decidere se rimpiazzare il sistema parlamentare con un sistema presidenziale.

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La capriola di Trump sulla Siria – www.italiaincammino.it, 13 aprile 2017

Per uno che ha fatto campagna elettorale su una piattaforma che voleva evitare coinvolgimenti e conflitti all’estero e che ha ripetutamente messo in guardia il suo predecessore contro qualunque azione militare in Siria, Trump ha fatto una capriola mozzafiato nello spazio di appena 63 ore dopo l’attacco chimico.

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Manifesto del buon senso, anti sfascisti – Il Foglio, 11 aprile 2017

Serve un’alleanza culturale e trasversale contro i professionisti della fuffa

di Claudio Cerasa

Lasciate perdere il bipolarismo, mettete da parte le differenze tra destra e sinistra, ignorate per un momento i nomi dei partiti e andate diritti al punto della questione, al vero spartiacque della politica di oggi perfettamente sintetizzato dal titolo di un libro pubblicato qualche mese fa in Francia scritto da Daniel Cohn-Bendit con Hervé Algalarrondo: “Et si on arrêtait les conneries” (Fayard). Che tradotto in italiano suona più o meno così: quando la finiamo di sparare cazzate? La lettera consegnata al Foglio da Alessandro Maran dimostra che nel nostro paese si stanno consolidando due fronti politici trasversali formati da due movimenti d’opinione che superano gli attuali partiti.

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