Monthly Archives: Gen 2016

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Cosa sono le Unioni civili? a Gorizia

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Lunedì 1 febbraio parteciperò all’incontro del PD sulle Unioni civili alle ore 18.30 presso l’Hotel Palace in corso Italia 63 a Gorizia. Ad illustrare assieme a me cosa prevede il DDL Cirinnà sarà la Sen.Laura Fasiolo.

 

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GIORNALI2016

Messaggero Veneto, 29 gennaio 2016 – IL CORAGGIO DI SUPERARE I PREGIUDIZI

Mentre in Italia la legge sulle unioni civili prosegue il suo iter, se ci guardiamo intorno, che cosa vediamo? Vediamo che il mondo occidentale è attraversato da un terremoto paragonabile, per intensità e conseguenze, al processo che nella prima metà del secolo scorso ha portato alla piena cittadinanza femminile. Oggi, in tutto l’Occidente, il riconoscimento pubblico del diritto degli omosessuali a vivere liberamente la loro sessualità e la loro relazione di coppia è all’ordine del giorno e, con esso, il riconoscimento della loro capacità di costituire un luogo di intimità, solidarietà, amore – in altre parole, una famiglia – che non esclude la presenza di bambini da crescere e da educare. In molti Paesi si è passati dalla legalizzazione delle unioni civili all’accesso egualitario al matrimonio. In Irlanda si è celebrato addirittura un referendum costituzionale. Per arrivare alla sentenza del giugno 2015 della Corte suprema americana che ha cambiato volto alla civiltà occidentale. Una sentenza che, oltretutto, ci dice che la visione umanistica cattolica non è l’unica visione possibile e che ci sono altre visioni umanistiche possibili altrettanto ricche e profonde, come quella che vede nella famiglia una realtà inestimabile e solida proprio perché è capace di cambiare e di aprirsi a esperienze vitali nuove. È questo che dà vigore e legittimazione al mutamento di opinione, ormai maggioritario e irresistibile in tutti i paesi occidentali, a favore delle unioni dello stesso sesso. Il matrimonio è cambiato – dai matrimoni combinati a oggi – col cambiare del ruolo e dello status della donna. E i cambiamenti hanno rafforzato e non indebolito l’istituzione familiare. Le decisioni che riguardano il matrimonio – a partire dalla decisione se e con chi sposarsi – sono tra le più intime e le più importanti che un individuo può prendere. E due persone insieme, come ha sottolineato la Corte suprema americana, possono trovare in quel legame, (comunque lo si chiami) altre libertà: l’espressione, l’intimità, la spiritualità. E questo è vero per tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Su questo sfondo, la situazione italiana appare ormai decisamente anomala. Mentre si allarga sempre più il fronte dei paesi che riconoscono il matrimonio, l’Italia non ha ancora neppure una regolamentazione delle unioni. Non nego che una gradualità in trasformazioni così importanti sia necessaria. Rispetto alla situazione internazionale il Ddl Cirinnà è, infatti, una soluzione di compromesso indubbiamente “moderata” rispetto alle leggi degli altri Paesi. La stessa stepchild adoption è già una soluzione di compromesso rispetto all’accesso pieno all’adozione. Si vuole ribadire il divieto alla maternità surrogata? Si vogliono mettere dei paletti? D’accordo. Ma l’adozione del figlio del partner da parte dell’altro è una norma di buon senso che mira a garantire a bambini che vivono nella coppia la continuità affettiva. L’argomento che sarebbe un incoraggiamento alla maternità surrogata è pretestuoso: per quanto si possa essere contrari alla maternità surrogata, porre il peso di questa riprovazione sulla legge per le unioni civili è del tutto insensato. Oltretutto, si vuol davvero scoraggiare la maternità surrogata? È davvero questo che si vuole? Allora dovremmo prevedere la possibilità della piena adozione anche per la coppie omosessuali. Se invece si dice che il bambino deve avere una mamma e un papà, allora il problema è un altro. Allora non è in discussione la maternità surrogata ma la genitorialità di gay e lesbiche. E quel che si rifiuta è la possibilità stessa che le coppie omosessuali possano essere buoni genitori. Questa resistenza è probabilmente l’indice che misura più fedelmente le idee, gli stereotipi e i pregiudizi che abbiamo in merito all’omosessualità. Dico pregiudizi perché sono ormai reperibili le ricerche scientifiche su come funzionano i genitori omosessuali sulla base delle esperienze in nord Europa e in America. E gli studi disponibili ci dicono che funzionano come tutti gli altri. Dico pregiudizi perché nel momento in cui riconosco che l’omosessualità non è una patologia – se riconosciamo che non è una malattia, se non consideriamo più immorale l’intimità tra due persone dello stesso sesso e se questa convinzione non è più, come in passato, incarnata dalla legge penale -, allora devo ammettere all’interno della mia cultura una variante di sistema familiare che non è la mia, che non è quella in cui sono cresciuto. E lo Stato deve accordare rispetto ad interessi della persona cosi fondamentali. D’altronde, pensare di arginare la forte spinta al riconoscimento delle coppie omosessuali è un’illusione. L’Italia non è un luogo chiuso e separato e vive necessariamente le stesse dinamiche e le stesse trasformazioni degli altri paesi occidentali. Ed è vano pensare di ignorarle.

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Messaggero Veneto, 29 gennaio 2016 – IL CORAGGIO DI SUPERARE I PREGIUDIZI

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“Da Al-Qaida all’ISIS” – venerdì 29 gennaio

Venerdì 29 gennaio alle ore 20.45 parteciperò all’incontro “Da Al-Qaida all’ISIS” organizzato dall’Associazione Ponte San Nicolò Comunità Viva presso il Centro Civico M. Rigoni Stern di Piazza Liberazione 1 a Ponte San Nicolò (PD). A discutere con me sugli scenari geopolitici internazionali sarà il prof.Stefano Allievi dell’Università degli studi di Padova.

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Unioni civili: il mio intervento all’assemblea dei senatori del PD – 26 gennaio 2016

Riporto l’intervento che ho svolto all’assemblea dei senatori del PD che stamattina ha dato il via libera all’impianto del Ddl Cirinnà:

Vi dico la mia opinione. Non possiedo, ovviamente, verità rivelate e indiscutibili. Ma se guardo a quel che accade intorno a noi, mentre la legge sulle unioni civili prosegue faticosamente il suo iter, che cosa vedo? Vedo che il mondo occidentale è attraversato da un movimento tellurico, da un terremoto paragonabile, per intensità ed effetti, al processo, alla lunga marcia, che nella prima metà del secolo scorso ha portato alla piena cittadinanza femminile. Oggi, in tutto l’Occidente, il tema è il riconoscimento pubblico del diritto degli omosessuali a vivere in piena libertà la loro sessualità e la loro relazione di coppia; e dappertutto il tema è anche il riconoscimento della loro capacità di costituire un luogo di intimità, solidarietà, amore – in altre parole, una famiglia – che non esclude la presenza di bambini da crescere e da educare.

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Il Piccolo, 26 gennaio 2016 – Non è così semplice cambiare la geografia giudiziaria

L’INTERVENTO
L’avvocato Gaggioli, nel suo più recente intervento, finge di ignorare che, nello Stato democratico, il “legislatore” si identifica con un organo legislativo collettivo e che Parlamento italiano è un organo complesso, costituito da due organi collegiali di tipo assembleare, le Camere. Finge di ignorare che il Parlamento è un organo rappresentativo del popolo. I voti dei cittadini valgono tutti allo stesso modo e, dunque, i seggi sono ripartiti in proporzione alla popolazione.
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Il Piccolo, 26 gennaio 2016 – Non è così semplice cambiare la geografia giudiziaria

L’INTERVENTO
L’avvocato Gaggioli, nel suo più recente intervento, finge di ignorare che, nello Stato democratico, il “legislatore” si identifica con un organo legislativo collettivo e che Parlamento italiano è un organo complesso, costituito da due organi collegiali di tipo assembleare, le Camere. Finge di ignorare che il Parlamento è un organo rappresentativo del popolo. I voti dei cittadini valgono tutti allo stesso modo e, dunque, i seggi sono ripartiti in proporzione alla popolazione. Finge di ignorare che il Parlamento ha delegato, con propria legge, il Governo a rivedere la geografia giudiziaria e che il Governo ha rinunciato a estendere a Palmanova il circondario del tribunale di Gorizia. Anche per le pressioni esercitate dal territorio attraverso i suoi rappresentanti, certo. Si chiama democrazia e, in democrazia, prevale la volontà espressa dai più. Finge di ignorare che il principio del giudice naturale (la garanzia che a giudicare non sarà un giudice creato a posteriori in relazione a un fatto già verificatosi) non ha niente a che vedere (ma proprio niente) con la revisione della geografia giudiziaria. Il presidente dell’Ordine, in soldoni, si limita a dire: la soluzione è questa (e solo questa) e tocca a te ottenere questo risultato. Messe così le cose, la discussione potrebbe finire qui: i numeri per fare come vogliamo, infischiandocene delle preferenze degli altri (nella Bassa Friulana hanno finora contrastato questa ipotesi), non ci sono. Dobbiamo convincere gli altri delle nostre buone ragioni, che non appaiono a tutti come verità rivelate e indiscutibili. Basterebbe chiedersi: se la soluzione è così pacifica perché il Governo non l’ha confermata? Poteva farlo: aveva la delega del Parlamento, che io, ovviamente, non ho. Che vuol dire “abbia lei la forza che ha avuto il legislatore regionale”? Che da solo posso disporre dei poteri di un organo collegiale? Ma mi faccia il piacere!, direbbe Totò. Capisco che l’avvocato Gaggioli rimanga attaccato all’idea di incorporare Palmanova, ma come si fa a non vedere che, intanto, il “servizio giustizia” è pressoché bloccato e i costi socio-economici per la gente sono enormi? Per questa ragione ho proposto di prendere in considerazione anche l’ipotesi di unirci a Trieste. Prendo atto che l’avvocato Gaggioli non la condivide, ma ritengo che quello di attendere che si materializzi l’idea a cui il presidente dell’Ordine è affezionato (se poi tarda a realizzarsi, si sa, la colpa è del “legislatore”), non sia una granché come rimedio. Sui piccoli tribunali, del resto, giovedì al Senato, proprio il Ministro Orlando ha invitato a “non cavalcare la demagogia del piccolo e bello e della prossimità” ricordando che “se i tribunali sono piccoli non c’è specializzazione (…) Se non ci sono una magistratura inquirente specializzata ed una magistratura giudicante specializzata, per alcuni reati (soprattutto quelli che hanno un impatto più forte sull’economia) gli strumenti giuridici possono essere male utilizzati. Ciò ha però come presupposto il fatto che ci siano i numeri per introdurre la specializzazione. Infatti, è del tutto evidente che una Procura con due o tre magistrati non si può specializzare in nulla e che un tribunale che deve giudicare su tutto non può articolarsi al suo interno per rispondere alle diverse articolazioni della domanda di giustizia”. Ovviamente, non ho nessuna difficoltà a discuterne pubblicamente. Ma continuare lo scambio di vedute tra di noi non porterebbe molto lontano. Se vogliamo fare sul serio, se all’avvocato Gaggioli interessa trovare una soluzione e non unicamente mettersi in mostra, lo dobbiamo fare con il sindaco di Palmanova (e magari i sindaci della Bassa Friulana) e il presidente dell’Ordine degli avvocati Udine. L’avvocato Gaggioli non deve persuadere me della bontà della soluzione che propugna; sono pronto a sostenerla ancora. Sono loro che devono essere persuasi. Altrimenti i numeri per realizzarle quel progetto non ci saranno mai. Avremo, naturalmente, di che lamentarci. Ma sarebbe ipocrita: il rischio di finire in un vicolo cieco è a tutti evidente.
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Il Piccolo, 19 gennaio 2016 – Tribunale, con Trieste per non chiudere

Torno sull’argomento solo per meglio chiarire le ragioni dell’ipotesi che ho invitato a prendere in considerazione. Poi mi taccio. Su una cosa, a quanto pare, siamo tutti d’accordo: così com’è combinato, il Tribunale non può funzionare. Specie se si prende atto che le indennità suppletive non garantiscono i trasferimenti dei magistrati. So bene che il perimetro che in molti continuano ad immaginare è quello che estende il circondario del tribunale di Gorizia alla Bassa friulana. Ma il punto è che quell’ipotesi, che tutti (solo a Gorizia, sia chiaro) hanno sostenuto, non si è realizzata.
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Il Piccolo, 19 gennaio 2016 – Tribunale, con Trieste per non chiudere

Torno sull’argomento solo per meglio chiarire le ragioni dell’ipotesi che ho invitato a prendere in considerazione. Poi mi taccio. Su una cosa, a quanto pare, siamo tutti d’accordo: così com’è combinato, il Tribunale non può funzionare. Specie se si prende atto che le indennità suppletive non garantiscono i trasferimenti dei magistrati. So bene che il perimetro che in molti continuano ad immaginare è quello che estende il circondario del tribunale di Gorizia alla Bassa friulana. Ma il punto è che quell’ipotesi, che tutti (solo a Gorizia, sia chiaro) hanno sostenuto, non si è realizzata.
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«A UN ANNO DAL JOBS ACT: UN PRIMO BILANCIO» – LUNEDÌ, 25 GENNAIO

Lunedì 25 gennaio 2016 parteciperò all’incontro con Pietro Ichino organizzato dal Circolo Novacivitas: «A UN ANNO DAL JOBS ACT: UN PRIMO BILANCIO»
All’incontro parteciperà anche il segretario della CISL di Udine Roberto Muradore e si terrà alle ore 17.30 a Udine, presso la sala convegni dell’Albergo Astoria Italia di piazza XX Settembre 24.
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