Monthly Archives: Mar 2018

IN PRIMO PIANO

ARRIVEDERCI!

Tra qualche giorno, il 22 marzo, si conclude la mia attività parlamentare e con essa termina anche l’invio dell’abituale newsletter con il resoconto del lavoro svolto e delle scelte compiute, gli articoli che ho scritto e le opinioni che ho sostenuto.

Continuerò, ovviamente, a battermi per le mie idee, ma il mio impegno politico e culturale continuerà in forme e sedi diverse.

Tutto il materiale pubblicato (gli interventi svolti in Parlamento o in altre sedi pubbliche, i disegni di legge, gli articoli, le interviste, i commenti, ecc.) resta disponibile su questo sito.

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IN PRIMO PIANO

L’epoca degli imperatori

Oggi in Russia si vota per le elezioni presidenziali e c’è un solo favorito: Putin, che si avvia verso la quarta riconferma. Nei giorni scorsi l’Assemblea del Popolo, il massimo organo legislativo del paese, ha rieletto Xi Jinping presidente della Cina per il secondo mandato. Solo che stavolta Jinping (che è anche segretario del Partito comunista e capo delle forze armate) può restare in carica per tutta la vita, grazie alle modifiche alla Costituzione che ha appena fatto passare.

È, per dirla con Ivan Krastev (presidente del Center for Liberal Strategies e autore del recente «After Europe»), il «momento dell’Imperatore».

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GIORNALI2018

Il Foglio, 13 marzo 2017 – “Los redentores”

Al direttore – LItalia che redime ha battuto lItalia riformista. Era nellaria. Il populismo è un fenomeno che ha il vento in poppa un podovunque e non è certo da oggi che in Italia los redentoressi contendono i fedeli. I grillini, si sa, sono una pagina dellalbum di famiglia della sinistra italiana, ma anche la destra non si è mai fatta mancare nulla: oggi Berlusconi è certo molto meno antisistemico e ben più costituzionalizzato di un tempo, ma ne è passata di acqua sotto i ponti; e perfino gli schiamazzi populisti della Lega sono sussurri rispetto a quando si parlava del Veneto come se fosse lUlster. Insomma, dal tramonto della Prima Repubblica sul nostro paese si sono abbattute violente ondate populiste. Al punto che la lotta politica tra soggetti che si riconoscono legittimità ha ceduto il passo alla guerra di religione tra tra popoli omogenei (dal Popolo viola allEsercito di Silvio) trasformando il bipolarismo degli ultimi ventanni in una guerra di trincea tra nemici convinti di possedere il monopolio della virtù. A soffrirne è stato il tessuto istituzionale del paese, esposto ai feroci colpi degli uni e degli altri.

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“Los redentores” – Il Foglio, 13 marzo 2017

Al direttore – LItalia che redime ha battuto lItalia riformista. Era nellaria. Il populismo è un fenomeno che ha il vento in poppa un podovunque e non è certo da oggi che in Italia los redentoressi contendono i fedeli. I grillini, si sa, sono una pagina dellalbum di famiglia della sinistra italiana, ma anche la destra non si è mai fatta mancare nulla: oggi Berlusconi è certo molto meno antisistemico e ben più costituzionalizzato di un tempo, ma ne è passata di acqua sotto i ponti; e perfino gli schiamazzi populisti della Lega sono sussurri rispetto a quando si parlava del Veneto come se fosse lUlster. Insomma, dal tramonto della Prima Repubblica sul nostro paese si sono abbattute violente ondate populiste. Al punto che la lotta politica tra soggetti che si riconoscono legittimità ha ceduto il passo alla guerra di religione tra tra popoli omogenei (dal Popolo viola allEsercito di Silvio) trasformando il bipolarismo degli ultimi ventanni in una guerra di trincea tra nemici convinti di possedere il monopolio della virtù. A soffrirne è stato il tessuto istituzionale del paese, esposto ai feroci colpi degli uni e degli altri.

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La coalizione del buon senso

«I grillini al governo? Proviamo. Peggio degli altri non potranno fare», si sente dire tra la gente. Potremmo chiamarlo esperimento Venezuela.

Oggi il Venezuela è un paese devastato: i bambini sono senza cibo, gli ammalati senza medicine, i prigionieri senza diritti e un sacco di gente, senza speranza, fugge in massa dall’altra parte della frontiera. Ma anche lì, non si è trattato di un progetto politico attuato secondo un copione preciso. Anche lì, il processo sociale che è cominciato nel 2009 con «la grande vittoria del popolo e della rivoluzione» (il via libera, cioè, alla riforma costituzionale che ha permesso a Hugo Chavez di ripresentarsi alla scadenza del secondo mandato), si è sviluppato in modo molto casuale, per tentativi, rispondendo alle sollecitazioni del momento, senza una strategia di ampio respiro.

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WHY?

Comprensibilmente, in questi giorni i principali giornali stranieri dedicano ampio spazio alle elezioni italiane.
Il New York Times (giustamente) punta il riflettore su “The Mistery Man Who Runs Italy’s ‘Five Star’ Movement from the Shadows”: Davide Casaleggio, “potentially the most powerful man in Italy, yet few people know who he is”.
The Guardian evidenzia che, con la sua retorica anti-europea e anti-immigrazione, “Matteo Salvini extends Northern League’s appeal as far south as Sicily”.
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