Monthly Archives: Mar 2016

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Nel mirino, anche in Pakistan, la “visione liberale e inclusiva” della democrazia.

Domenica c’ė stato un altro attentato, questa volta in Pakistan. Lontano da casa nostra. I talebani hanno colpito di nuovo, la domenica di Pasqua. Il gruppo Jamaat-e-Ahar ha rivendicato l’attentato suicida di Lahore, in un parco frequentato dalle famiglie, che ha ucciso oltre 70 persone ne ha ferite più di 300.

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“L’Italia in guerra?” – Venerdì 8 aprile incontro a Porcia (PN)

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Auguri di Buona Pasqua

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GLI SPARI SOPRA…

Questa volta le bombe sono esplose a Bruxelles. Col tempo probabilmente sapremo come ha fatto l’ISIS (che ha rivendicato l’attacco) a progettare l’attentato e se è stato una ritorsione per l’arresto della scorsa settimana. A ben guardare, però, si tratta di dettagli rispetto a quel che davvero conta: Bruxelles, l’Europa ed il mondo devono attrezzarsi per fare fronte ad uno scontro di lunga durata contro il terrorismo. Il che significa intensificare le attività di controterrorismo, giungere ad un grado di cooperazione ben più consistente tra le nazioni minacciate; significa coraggio e fermezza di fronte a una minaccia che impiegheremo anni per eliminare. Niente a che vedere, ovviamente, con l’allarmismo isterico del genere a cui hanno dato voce immediatamente i politici alla Salvini (o alla Trump).

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«Il liberalismo nel Novecento. Da Croce a Berlin» – Mercoledì 23 marzo, ore 17.30

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La dottrina Obama

Ormai, a sostenere il presidente Obama (a parte Giorgio Tonini e il sottoscritto: LIBERTÀeguale Magazine, 7 gennaio 2016 – Usa: la politica estera che ha cuore l’ordine liberale) non siamo rimasti in molti. Anche la recente intervista di Jeffrey Goldberg sull’Atlantic con Barack Obama ha suscitato uno tsunami di critiche, che prendono di mira la combinazione di avversione al rischio e parole ispirate. Sono in parecchi, si sa, anche in Europa e non solo in Medio Oriente, ad aborrire la prima (in Europa, di solito, solo a chiacchiere) e a disprezzare le seconde.

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«Le egemonie si svuotano quando cessano di essere attuali»

«Che linguaggio sciocco e risentito, signora mia», ha scritto Giuliano Ferrara nei suoi «appunti sul metodico delirio di Max» (Renzi spiegato facile a D’Alema), a proposito dell’intervista di Massimo D’Alema (D’Alema: «Il partito della Nazione già c’è ma perderà. Il malessere può creare una nuova forza» – Corriere.it).

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GIORNALI2016

Messaggero Veneto, 11 marzo 2016 – Contrattacco di Maran al collettivo Wu Ming: «Menzogne in serie»

Fossa comune, dura replica alle accuse degli scrittori
«Pronto a querelare gli autori delle frasi diffamatorie»
di Mattia Pertoldi
Alessandro Maran va al contrattacco, smonta, tesi dopo tesi, il j’accuse lanciato dal collettivo di scrittori Wu Ming sulla sua collaborazione con la Lega Nazionale sul caso delle presunta foiba di Rosazzo e preannuncia l’intenzione di rivolgersi alla magistratura per tutelare la propria immagine contro chi «ha diffuso una notizia falsa». Poco importa, infatti, al senatore Pd che la formulazione errata contenuta nella prima versione del post – quella che parlava di finanziamento diretto – sia stata corretta – spostando l’asse di critica sulla presunta collaborazione fornita da Maran – considerato come «anche l’ultima versione del post insinua (subdolamente) nel lettore una attività illecita che avrei posto in essere, avendo, di fatto, favorito due ricercatori (Salimbeni e Buttignon ndr) a discapito di altri studiosi». Il problema, per il vicepresidente “dem” a palazzo Madama, non è soltanto di forma, ma di sostanza. «I giornali hanno reso noto da tempo in che cosa sia consistito il supporto che ho dato ai ricercatori – ha tuonato –. Posto che questi raggiungevano Roma da Gorizia, ho cercato unicamente di facilitare il loro lavoro. E avrei fatto lo stesso per chiunque mi avesse chiesto aiuto. Come? In maniera indebita? Neanche per idea. L’archivio della Farnesina è fruibile da ogni cittadino che ne faccia richiesta. Naturalmente, con lo stesso trattamento. Un mio collaboratore ha girato la loro richiesta all’archivio, ha preannunciato l’oggetto della ricerca e, una volta giunti nella capitale, ha indicato ai ricercatori la strada per raggiungerlo. Punto». Dal punto di vista politico, poi, Maran si chiede se la mentalità del collettivo di scrittori sia quella di «vietare o rifiutare l’accesso agli archivi alle persone semplicemente perchè non piacciono le loro idee» e sottolineando come certe affermazioni siano assurde visto che «Buttignon lavora per l’Anpi» spiega che «le porte – tutte le porte – devono essere aperte e che tutte le informazioni devono essere disponibili: poi, se la vedranno gli storici». Ma c’è un’accusa, per quanto velata, che porta il senatore «a riservarsi di agire in ogni sede a tutela della mia persona e immagine», cioè quella, per quanto indiretta, di essere vicino ad ambienti neofascisti. «Proprio perché resto un antifascista (ormai di vecchia data) resto convinto della necessità di aprire gli archivi a tutti – ha concluso –. Sono stato compagno e amico di “Vanni” Padoan, di Vincenzo Marini “Banfi” (pronunciandone anche l’orazione funebre) e di parecchi altri partigiani, e non dimentico che hanno continuato a combattere non per chiudere le porte, ma per aprirle. E non dimentico che l’antifascismo è un orientamento di cultura politica che valorizza la Resistenza come momento fondante del nuovo patto costituzionale e che si oppone a tutti gli atteggiamenti – antidemocratici, autoritari e intolleranti – riconducibili al fascismo».
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Bugie virali

Sappiamo da tempo che «esiste un ecosistema della disinformazione on line in crescita che produce false notizie sempre più velocemente». Ne ha parlato Craig Silverman, un giornalista esperto di meccanismi dell’informazione online (in particolare di disinformazione nelle testate giornalistiche online), che ha scritto: «Nel giro di qualche minuto o di qualche ora, una storia può così trasformarsi da singolo tweet o racconto infondato a notizia ripetuta da dozzine di siti di news, che genera decine di migliaia di condivisioni. E una volta raggiunta una certa massa critica, la sua ripetizione comincia a esercitare un effetto significativo sulla persuasione: agli occhi dei lettori, il rumor diventa attendibile semplicemente in virtù della sua ubiquità» (Il Post ha tradotto in italiano il libro di Silverman che si può scaricare e leggere qui, in PDF).

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Siria: a Putin serve un “victory speech” LIBERTÀeguale, 3 marzo 2016

Il cessate il fuoco negoziato dal segretario di stato John Kerry e dalla sua controparte russa, il ministro degli esteri Sergei Lavrov, tra il governo del presidente Bashar al-Assad e una moltitudine di gruppi di insorti che gli si oppongono (e che comprende quelli sostenuti dagli Stati Uniti e dai loro alleati), sembra reggere. Anche se l’intesa non include le operazioni contro due delle formazioni ribelli più forti, lo Stato Islamico e la «succursale» di Al Qaeda, Jabhat al-Nursa.

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