La Cina tira dritto. Malgrado le proteste di massa, l’Assemblea nazionale del popolo ha approvato la nuova contestata legge sulla sicurezza nazionale da applicare alla regione autonoma di Hong Kong.
La Commissione europea, ha scritto poco fa su Twitter il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, «propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti».
Ieri la polizia di Hong Kong ha arrestato almeno 150 manifestanti e usato gas lacrimogeni, spray urticanti e cannoni ad acqua per disperdere le migliaia di persone scese in strada per protestare contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale che la Cina si sta preparando ad imporre all’ex colonia britannica per sanzionare il tradimento e la sedizione contro il governo continentale.
L’Iran è tra i Paesi più colpiti dalla pandemia da Covid-19. Sembra che il primo focolaio di coronavirus si sia sviluppato nella città santa di Qom per poi raggiungere ogni angolo del Paese e dilagare in tutto il Medio Oriente; e sembra anche che le autorità iraniane abbiano tentato di nascondere la reale portata del contagio (il 21 febbraio si dovevano svolgere le elezioni politiche e le notizie sul virus avrebbero potuto scoraggiare gli elettori) e che la situazione sia più grave di quanto non appaia. Stando infatti all’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità, «il numero di casi riportati dalle fonti ufficiali potrebbe essere soltanto un quinto di quelli reali».
La spesa per le infrastrutture potrebbe tirarci fuori dalla situazione in cui ci ha gettati il Covid-19? Pare di sì. A pensarlo e a sollecitare un piano shock per rilanciare investimenti e infrastrutture stavolta non è Matteo Renzi. Lo sostiene S&P Global, uno dei principali fornitori al mondo di analisi e di ricerche.
Nelle ultime settimane, i media (e quelli americani in particolare) si sono concentrati sul dopo Covid-19. Secondo la maggior parte degli analisti, lo scossone che il virus sta dando al pianeta è così violento che nulla sarà più come prima. C’è chi ipotizza uno sconvolgimento degli equilibri mondiali e chi ritiene che, comunque, la pandemia cambierà per sempre le nostre vite. Insomma, quasi all’unanimità, gli esperti sostengono che il mondo post-Covid-19 sarà molto diverso da quello che abbiamo conosciuto e che dovremmo cominciare a pensarci, e magari a prendere le necessarie contromisure.
A quanto pare, gli Stati Uniti si preparano ad una campagna elettorale infarcita di teorie del complotto. Il presidente Trump e i suoi principali collaboratori insistono sulla tesi che il Covid-19 provenga da un laboratorio di Wuhan e il Partito Repubblicano, sembra aver trovato la strategia elettorale per il 2020: «dare addosso alla Cina». E’ quel che si legge nel «Corona Big Book», il rapporto redatto da una società di consulenza ottenuto da Politico (e fatto filtrare, sembrerebbe, dal GOP del Senato), che raccomanda ai candidati repubblicani «non difendete Trump … attaccate la Cina».