Se c’è una cosa sulla quale possiamo concordare tutti, in tutto il mondo, è che abbiamo disperatamente bisogno di un nuovo anno.
In un anno in cui l’emergenza sanitaria ha stravolto abitudini e tradizioni, l’ex presidente americano Barack Obama ha rispettato quella che, per lui, è diventata ormai una consuetudine annuale: condividere i suoi libri preferiti. Anche quest’anno, infatti, come fa dal 2015, quando era ancora in carica, Obama ha pubblicato l’elenco dei suoi libri prediletti.
Sono passati dieci anni da quando il fruttivendolo tunisino Mohamed Bouazizi, dopo essere stato maltrattato dalla polizia che lo taglieggiava, si cosparse di benzina e si diede fuoco nella piazza centrale di un piccolo paese dell’entroterra della Tunisia, innescando una stagione di proteste e di sollevazioni che si sono estese in tutto il Medio Oriente mettendo alla corda regimi autoritari che duravano da decenni.
Biden è il protagonista di Hope Never Dies, un divertente giallo firmato da Andrew Shaffer. E Obama gli fa da spalla
Restano ancora una decina di giorni per raggiungere un accordo ed è sempre più probabile che, di questo passo, alla fine dell’anno la Gran Bretagna esca dall’unione commerciale e doganale europea.
Di qualunque cosa si discuta (dall’economia alla scuola), da un pò di tempo in qua non si fa che parlare di «resilienza». Si tratta di termine preso a prestito dalla scienza dei materiali che indica la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Oggi è molto in voga e sta a significare la capacità psicologica di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà; la capacità, insomma, di piegarsi senza spezzarsi, di andare avanti. Fateci caso, lo stesso programma di investimenti (di cui finora non si sa molto) che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU (lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19) si chiama Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Ieri negli Stati Uniti è partita la campagna di vaccinazione contro il Covid ed il Collegio elettorale ha sancito ufficialmente che Joe Biden è il vincitore delle elezioni. Insomma, si volta pagina.
Da alcuni anni assistiamo ad una delle peggiori crisi umanitarie del dopoguerra. Eppure, non sono in molti, dalle nostre parti, a prestare attenzione a quel che accade in Venezuela.
Ho letto in questi giorni A Promised Land, l’attesissimo memoir dell’ex presidente americano Barack Obama. Il libro (il primo di due volumi) si legge con piacere: sono quasi 800 pagine (nella versione in inglese) ma la scrittura di Obama è formidabile. Il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti riesce, infatti, a descrivere gli eventi con dettagli straordinariamente vividi e ad evocare i luoghi (dall’Asia sudorientale ad una scuola dimenticata nel South Carolina) con un tocco delicato; e sebbene il libro si concentri sugli aspetti politici più che su quelli personali, quando scrive della famiglia, lo fa in modo molto bello, venato di nostalgia.
«Georgia on my mind», la canzone scritta da Stuart Gorrell e Hoagy Carmichael nel 1930, diventata universalmente popolare grazie alla versione di Ray Charles, è stata adottata nel 1979 come canzone ufficiale dello Stato della Georgia (anche se, in realtà, sembra che Gorrell scrisse il testo per la sorella di Hoagy, Georgia).