Elezioni sì. Un governo istituzionale, un governo cioè di responsabilità nazionale che riporti il paese con i piedi per terra e che, soprattutto, sia davvero avvertito come un governo del presidente a vantaggio del paese, non mi sembra realizzabile.
Elezioni sì. Un governo istituzionale, un governo cioè di responsabilità nazionale che riporti il paese con i piedi per terra e che, soprattutto, sia davvero avvertito come un governo del presidente a vantaggio del paese, non mi sembra realizzabile.
In una recente puntata delle sue «Conversations», vista l’aria che tira, Bill Kristol ha analizzato assieme a Diana Schaub, un’autorevole studiosa del pensiero politico americano, uno dei più significativi discorsi di Abramo Lincoln, «The Lyceum Address». Si tratta di una riflessione penetrante sui pericoli per la democrazia e sul perché la venerazione, o meglio «l’ossequio razionale» della legge sia indispensabile per perpetuare le istituzioni politiche americane. Una riflessione che anche dalle nostre parti, di fronte agli assalti allo stato di diritto e all’architettura giuridica liberale che infiammano le cronache politiche (assalti condotti rigorosamente, come ha scritto Massimo Adinolfi, «in nome del popolo italiano, in nome della giustizia, in nome della verità-che-io-so, che ciascuno ritiene di sapere»), non sarebbe male riprendere.