GIORNALI2019

Il Foglio, 14 agosto 2019 – “Elezioni sì, governicchio no”

Elezioni sì. Un governo istituzionale, un governo cioè di responsabilità nazionale che riporti il paese con i piedi per terra e che, soprattutto, sia davvero avvertito come un governo del presidente a vantaggio del paese, non mi sembra realizzabile.

Salvini non aspetta altro che un bel governicchio di salute pubblica con dentro tutti, che gli risparmi la manovra economica d’autunno. Pd-M5s-Fi al governo a firmare una finanziaria drammatica e Salvini a impazzare allegro per piazze e tv? Non è una grande idea. Non per caso, sembra che Fi non ne voglia sapere e l’ipotesi di un “governo istituzionale” si stia rapidamente trasformando in un “governo di legislatura” tra Pd e M5s. C’è chi spera che, nel frattempo, una qualche tegola (nuove rivelazioni, la magistratura, ecc.) si abbatta sul capo di Salvini. Ma c’è qualcuno che crede davvero che (sull’economia, sulla crescita, sui conti pubblici, sulla giustizia, sulle riforme istituzionali, sulla collocazione internazionale dell’Italia, ecc.) si possano trasformare i grillini negli alfieri di un programma europeista? Che una maggioranza diversa si possa fondare su un programma populista (e su una bandierina del grillismo come l’abborracciata riforma costituzionale anti-parlamentare)? Salvini, si dice, è un pericolo per la democrazia. E Casaleggio, Grillo e la “turba confusa” di “redentores”, no? Vogliamo, come ha scritto Carlo Stagnaro, impedire a Matteo Salvini di arrivare al potere, o impedire alle idee di Salvini di arrivare al potere, indipendentemente da chi se ne faccia interprete? Salvini si batte solo se dimostra che le sue idee sono sbagliate e di averne di migliori. Non si possono indossare i panni dello statista abbinandoli con il naso ed il ghigno del clown. La credibilità in politica è tutto.

Alessandro Maran

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