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Russiagate: gli hacker e l’”indifferenza” di Trump – www.italiaincammino.it, 20 Giugno 2017

Nel corso del weekend trascorso a Camp David, il presidente Donald Trump, con un paio di tweet rabbiosi, è tornato a parlare di “caccia alle streghe”, ha lamentato che le indagini distolgono l’attenzione dalla sua agenda politica e si è descritto più popolare di Barack Obama.

L’inchiesta su Trump rappresenta, tuttavia, un’escalation della crisi. Le indagini si sono allargate dalla presunta collusione tra Mosca e la Casa Bianca, alla possibilità che il presidente abbia ostacolato la giustizia, cioè lo stesso reato che durante il Watergate era costato il posto a Nixon.

Il procuratore speciale sta indagando anche eventuali reati finanziari commessi da persone vicine al capo della Casa Bianca, che potrebbero riguardare l’incontro avuto dal suo genero Kushner con il banchiere russo Sergey Gorkov, legato a Putin. Ed il Senato ha deciso di rafforzare le sanzioni contro Mosca per gli attacchi condotti durante le presidenziali.

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Incontro con Wu Hailong

Incontro della delegazione parlamentare in Cina con l’Ambasciatore Wu Hailong, Presidente del Chinese People’s Institute of Foreign Affairs (CPIFA).
Notizia diffusa anche sui canali cinesi ufficiali.
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L’Europa riemerge tra Parigi e Berlino

Sono diversi anni ormai che andiamo ripetendo (i soliti quattro gatti, ovviamente) che l’europeismo è il vero spartiacque, il discrimine fondamentale, della politica di oggi (segnalo un paio di vecchi articoli sull’argomento: Messaggero Veneto, 19 febbraio 2013 – Maran alla Cgil: «No a posizioni degli anni Cinquanta»Formiche.net, 15 novembre 2015 – Sta nascendo un nuovo bipolarismo in Italia?).

Dai e dai, quell’idea si è fatta strada (“Ben scavato, vecchia talpa!” direbbe Marx riecheggiando Amleto). Lo testimonia il bellissimo editoriale di Giuliano Ferrara (“stregato dalla riemersione di una dimensione politica seria, rilevante, sulla linea che collega Parigi e Berlino”) sul Foglio del lunedì ( Tra Parigi e Berlino riemerge l’Europa come modello politico). E la “non vittoria” di Theresa May ci dice che l’anti-europeismo sta battendo in ritirata anche nella Gran Bretagna della Brexit.

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Chongqing Urban Planning Exhibition Center

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Con Wu Hailong, President of the Chinese People’s Institute of Foreign Affairs a Beijing

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Gli incontri di questi giorni a Beijing e Chongqing con l’Istituto per la Cultura Cinese

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Wael Ghonim e i social media

Nessuno ha reso una testimonianza della differenza tra assicurarsi la «libertà da» e conquistare la «libertà di» (i «Due concetti di libertà» di Isaiah Berlin) e delle sfide fondamentali di fronte alle quali si trovano oggi i social media, meglio di Wael Ghonim, conosciuto anche come «The Google guy» («l’uomo di Google»), l’attivista egiziano che attraverso il proprio blog è stato tra i promotori della rivoluzione contro il presidente Hosni Mubarak nel 2011.

Lo racconta Thomas Friedman in quel «gigantesco editoriale sulla realtà di oggi»che è «Grazie per essere arrivato tardi», il suo ultimo libro – che ho raccomandato qualche mese fa (Danzando nella pioggia) e che ora è in libreria anche in italiano – nel quale cerca di far capire i meccanismi che stanno alla base di questa Epoca delle Accelerazioni. Ripropongo il TED Talk di Wael Ghonim (Wael Ghonim: Creiamo dei social media che portano al vero cambiamento | TED Talk Subtitles and …) e due pagine del libro di Friedman.

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Una «guida» alla legge elettorale

Segnalo la «guida» (accessibile anche ai lettori che non hanno molta dimestichezza con l’argomento) alla nuova proposta di legge elettorale in via di approvazione del prof. Stefano Ceccanti (Guida alla nuova proposta di legge elettorale) che oggi, nella sua consueta rassegna, scrive: «Le vicende di ieri sulle difficoltà di tenuta della maggioranza rivelano che quando si sta per approvare la riforma elettorale cambia tutto il sistema di incentivi e non si può quindi ragionevolmente pensare che il quadro politico tenga. Non solo perché se inserisci uno sbarramento le forze politiche di maggioranza che rischiano di essere escluse entrano in fibrillazione rovesciando tale fibrillazione sul Governo, ma anche perché si spinge a nuove aggregazioni che mettono in discussione il confine tra maggioranza e opposizione. Ad esempio se Mdp vuole fare una lista con Si deve allontanarsi dal Governo; lo stesso con alcuni parlamentari di Ap che vanno verso Fi. In queste condizioni pensare di approvare nell’attuale Parlamento una legge di stabilità non ha alcun senso. Riforma elettorale e approvazione della legge di bilancio si escludono a vicenda, con buona pace degli ultimi giapponesi che scrivono sul Corsera e su La Repubblica che negano l’evidenza (ancora per poco)».

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G7 e clima: la rottura Merkel-Trump – www.italiaincammino.it, 29 Maggio 2017

All’indomani del controverso G7 di Taormina, nel corso del quale i leader di sei paesi non sono riusciti a persuadere il presidente Trump a sostenere gli accordi di Parigi sul clima, Angela Merkel, parlando ad un comizio in Baviera, lo ha detto chiaramente e proprio sulla base della «esperienza degli ultimi giorni»: «I tempi in cui potevamo fare affidamento completamente sugli altri sono finiti».

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Il 4 dicembre non si cancella (purtroppo) con una riforma elettorale

«Il 4 dicembre non lo possiamo cancellare con una riforma elettorale». Così Stefano Ceccanti conclude l’articolo con il quale oggi ci spiega cos’è e come funziona il Rosatellum e come stanno le cose in materia di riforma elettorale (Ecco cos’è il Rosatellum – In Cammino).

«Se si volevano evitare le coalizioni post-elettorali – scrive Ceccanti – bisognava puntare al successo del Sì al referendum e, a quel punto, confidare ragionevolmente in una sentenza della Corte favorevole al ballottaggio dell’Italicum. Siamo precipitati in un contesto diverso da cui è improbabile che si possa uscire con le prossime elezioni sia che si faccia la riforma elettorale (col testo-base, col tedesco o con qualcos’altro) sia che non si faccia (cosa che resta per ora lo scenario ancora più probabile). Visto che non si possono rimettere le lancette all’indietro e che quindi lo schema bocciato non si può resuscitare, prendiamoci intanto i piccoli miglioramenti, se sono possibili, e vediamo se nella prossima legislatura è possibile importare per intero il sistema francese (semi-presidenzialismo e, a seguire, doppio turno di collegio). Se ciò non fosse possibile prendiamo atto che a livello nazionale saranno forse inevitabili non solo a breve coalizioni post-elettorali, sperando che esse siano in grado di tenerci dentro l’Unione europea e non composte da coloro che vogliono uscirne».

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