I giovani cinesi non ne possono più delle lunghe ore di lavoro e della pressione per produrre di più. Lo ha scritto di recente Cai Zongcheng sul magazine online cinese (pubblicato in lingua inglese) Sixth Tone. Non per caso, un saggio, scritto in prima persona, che esorta ad abbandonare la corsa al successo urbana per trasferirsi in un villaggio in montagna è diventato virale sui social cinesi. Il pezzo, intitolato «Perché ho scelto di vivere una vita meno stressante in un villaggio di montagna: la mia lotta silenziosa contro la schiavitù moderna», descrive le esperienze dell’autrice dopo il suo trasferimento in un remoto angolo rurale della provincia orientale dello Zhejiang. Ribellandosi ai precetti (e alla frenesia) della vita urbana moderna, la giovane cinese dice di non volerne più sapere di acquistare una casa, di uscire con gli amici, del lavoro straordinario, di mangiare cibo spazzatura e neppure di comprare cose belle.