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Maran: «Pronto a candidarmi a sindaco di Gorizia contro Ziberna. Ma solo se il centrosinistra unito si allarga» – Il Piccolo, 6 giugno 2021

di MARCO BISIACH

GORIZIA – Di candidatura tout court, per il momento, Alessandro Maran non si parla. Però non si tira indietro, anzi. Solo che i tempi non sono ancora maturi, gli scenari fin troppo variegati e indefiniti, e così qualche ora libera nel weekend di una primavera finalmente calda e assolata la può dedicare a preparare la barca per la bella stagione, magari nella sua Grado. Anche se risiede ormai a Gorizia. Ma a fronte delle voci, sempre più insistenti, che lo vorrebbero papabile candidato del centrosinistra alle prossime elezioni comunali, l’ex parlamentare dei Ds-Ulivo e del Pd (oltre alla parentesi con Scelta civica di Monti) non si nasconde, né alza barricate. In alcuni passaggi parlando da candidato sindaco in pectore.

Alessandro Maran, in questi mesi le staranno fischiando le orecchie, da tanto e tanti la tirano in ballo…

Diciamo così, ultimamente vengo spesso sollecitato in tal senso. Dagli amici più stretti che mi dicono “ma chi te lo fa fare, stanne alla larga”, a chi mi conosce e stima, e mi vedrebbe bene in quel ruolo. Ma il dato che mi colpisce è un altro: tutte queste persone sono accomunate dalla preoccupazione per una Gorizia in declino e per manifestazioni di instabilità politica che sono spie dell’incapacità di reagire a una sorte che sembra scritta.

E lei cosa risponde a quegli amici e quei conoscenti?

È presto per ogni discorso, francamente. Però, da politico che ha maturato un certo tipo di esperienze, non mi tiro indietro. A patto ci siano le condizioni giuste e una sfida seria importante da affrontare.

Ovvero?

Posso dire che sarei disposto ad ascoltare una coalizione sufficientemente ampia, forte e di qualità, perché no anche trasversale, visto che può essere arrivato il momento di superare gli schieramenti istituzionali, per un impegno che definirei civico. Una coalizione con un progetto serio per invertire la tendenza e rilanciare la città.

Immagina un centrosinistra unito a sostegno di un solo candidato, anche se lultima volta cerano sei candidati sindaco più i grillini

Se si trattasse solo di curare qualche orticello, difendere questa o quella identità entro i perimetri consolidati, c’è chi può farlo meglio di me, non è il tipo di situazione che mi interessa. Se invece vogliamo dire che Gorizia c’è ancora e può cambiare rotta, vediamo cosa si riesce a costruire.

È stato il tipo di atteggiamento che è mancato allopposizione in questi anni?

Come sempre nel nostro Paese il problema è la frammentazione, che a livello politico ci fa assomigliare ai Paesi del centro o dell’est Europa, più che a quelli del nord o dell’Europa occidentale. Ed è chiaro che quando c’è troppa frammentazione diventa difficile unire la collettività attorno ad un obiettivo comune. Ecco perché mi piace parlare di una grande sfida: mettiamoci tutti assieme. Di fronte a un compito epocale, una comunità deve saper reagire in modo adeguato.

E dellattuale amministrazione comunale goriziana che idea si è fatto?

Mi pare che il dibattito e i suoi temi siano stati sempre molto provinciali, come se si trattasse ogni volta di segnare e delimitare un territorio, chiudersi. Questo è l’errore di fondo: oggi al contrario bisogna aprirsi ed allargarsi, lo sviluppo non dipende dalle frontiere, ma dalle capacità di connettersi, di stringere alleanze, di attrarre. E penso a giovani, studenti, lavoratori, risorse, opportunità. Gli esempi non mancano.

Ne dica uno…

Le racconto un aneddoto personale. Con alcuni amici sto seguendo un corso di volo, per imparare a pilotare gli ultraleggeri. E sa dove lo sto seguendo? A San Stino di Livenza, dove c’è un aviosuperficie che accanto offre una piscina, campi da tennis, strutture ricettive. Avrei ovviamente fatto lo stesso corso all’aeroporto di Gorizia, dove però questo tipo di attività non c’è. È solo un piccolo esempio, ma si capisce che c’è qualcosa che non funziona, e che dobbiamo porci delle domande sul perché non riusciamo a sfruttare le potenzialità che abbiamo.

In compenso, a proposito di opportunità, Gorizia ha centrato lobiettivo della Capitale europea della Cultura.

La sensazione diffusa è che l’appuntamento del 2025 possa essere davvero l’ultimo giro, il treno da non mancare. E questo dovrebbe ispirare anche il confronto amministrativo. Non ci saranno tante altre occasioni così, per Gorizia. I cui dati strutturali peraltro sono agghiaccianti, a partire dalla demografia, con la città che si sta svuotando e di questo passo diventerà un paese di 20 mila abitanti.

È la sorte scritta a cui accennava?

Sì, ma non quella alla quale ci si deve arrendere. È normale che i nostri giovani se ne vadano: non scappano, semplicemente cercano qualcosa di diverso, un percorso in cui affermarsi dopo essersi formati, in un mercato ormai globalizzato. Anche tanti giovani tedeschi lasciano la Germania, ma la differenza è che molti altri ne arrivano dal resto del mondo. Ecco, nel suo piccolo Gorizia dovrebbe riuscire ad attrarre persone, costruire le opportunità per chi arriva. Non è detto che ci si riesca, ma ci si deve provare.

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