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Stati Uniti ed Europa: di nuovo insieme? – Il Riformista, 11 giugno 2021

Di nuovo insieme? L’alleanza transatlantica sembra essere tornata. Ma è davvero così?

Il lungo tour europeo del presidente degli Stati Uniti Joe Biden (il suo primo viaggio da presidente) è cominciato e le enormi differenze con l’era Trump saranno presto in bella mostra. Quando questa settimana Biden incontrerà i leader dei paesi del G7 in Inghilterra e i leader degli alleati della Nato a Bruxelles la prossima settimana, non si prevede che strapazzi i più antichi alleati dell’America, che minacci nuovi dazi o che dica che gli Stati Uniti dovrebbero ritirarsi dalla Nato.

«Ma nei lunghi corridoi silenziosi della politica di Washington, sta emergendo un’altra rappresentazione dell’atteggiamento dell’amministrazione nei confronti dell’Europa», sostiene Jeremy Shapiro su Politico Magazine. Secondo Shapiro, in realtà l’amministrazione Biden ha distolto l’attenzione dall’Europa per rivolgerla verso una priorità evidente (e una preoccupazione costante): la competizione crescente con la Cina. In questo contesto, scrive Shapiro, l’amministrazione americana sembra considerare l’Europa una nullità, uno zero assoluto. E a rendere l’Europa meno rilevante nell’agenda globale di Biden, sono la caratteristica disunione di quest’ultima, la sua «dipendenza nei confronti del mercato cinese» e il suo atteggiamento ambivalente nei confronti di Pechino.

Insomma, gli Stati Uniti sono ritornati all’antica prassi di consultarsi con gli alleati europei sulle politiche che li riguardano, scrive Shapiro, ma l’amministrazione Biden può anche decidere non tener conto di quello che hanno da dire; senza contare che, intanto, Biden ha mantenuto i dazi dell’era Trump sull’alluminio e l’acciaio europei.

Va da sé che un ampio network di alleati costituisce uno dei più grandi vantaggi dell’America in un ipotetico scontro geopolitico tra Stati Uniti e Cina, ma come hanno scritto Demetri Savastopulo, Sam Fleming e Michael Peel in un saggio sul Financial Times, non è chiaro fino a che punto l’Europa sosterrà l’agenda di Washington nei confronti di Pechino. L’Unione europea ha assunto una ferma presa di posizione contro le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, scrivono, «ma Biden dovrà muoversi con cautela se non vuole irritare gli alleati – in particolare la cancelliera tedesca Angela Merkel – che diffidano di una retorica stile Guerra fredda rivolta alla Cina».

Alessandro Maran

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