Alla vigilia del referendum in Italia e delle elezioni presidenziali in Austria, la rubrica di Bagehot dell’Economist aveva messo in guardia dalla tentazione di interpretare, dopo l’8 novembre, qualunque cosa succeda nel mondo in relazione al trionfo di Donald Trump. Non passa giorno – avvertiva l’opinionista che scrive sotto pseudonimo – senza che un evento politico da qualche parte nel mondo non sia collegato alla vittoria sconvolgente di Trump e all’ascesa della populismo di destra. E certamente, quello di ricondurre ogni cosa ad un unico fenomeno che sarebbe in grado di dare una spiegazione a tutto, è un pericolo che, mentre l’anno sta per finire, dovremmo tenere a mente, specie se si considera l’esito delle due più recenti votazioni in Europa. Del resto, come diceva il professor Keating nel film «L’attimo fuggente», «è proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva».