Con la famosa telefonata con la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, Donald Trump ha colto tutti di sorpresa. Le reazioni cinesi non si sono fatte attendere e il Global Times (il tabloid del Partito comunista cinese) ha scritto che Trump ha le conoscenze di un bambino per quanto riguarda la diplomazia e gli ha consigliato di leggere qualche libro di storia. Quasi certamente non sarà l’ultimo fulmine a ciel sereno. Il presidente americano ha la capacità di sovvertire le tradizioni, specialmente nelle questioni di politica estera. E vista l’inclinazione di Donald Trump ad agire precipitosamente e l’eclettico gruppo di consiglieri che lo circonda, sono in parecchi a chiedersi quali altre tradizioni sono sul punto di cambiare.
Mariano Rajoy y Javier Fernández si sono accordati sui limiti della futura riforma costituzionale. Lo ha scritto ieri El País.
Anche in Spagna, dove di certo non mancano i problemi, è all’ordine del giorno la riforma della Costituzione (la più longeva nella storia spagnola), perché il consenso territoriale si è incrinato e non si può intendere la democrazia spagnola senza il processo di decentramento politico che costituisce lo Stato autonomistico. E sono proprio i socialisti spagnoli a sostenere che “la mejor defensa de la Constitución es su reforma”.
La Corte Costituzionale ha fissato a fine gennaio la data dell’esame dell’Italicum. La Corte discuterà in udienza pubblica i ricorsi di incostituzionalità sulla legge elettorale il 24 gennaio.
«Ho perso, il mio governo finisce qui». Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni dopo la netta sconfitta al referendum costituzionale (https://m.youtube.com/watch?v=k9dNw94QvhM).
Dunque, ora Renzi si fa da parte e passa la palla ai sostenitori del No (Bersani, Brunetta, Di Maio e compagnia). Come ha annunciato nel suo discorso di ieri sera: «A loro competono oneri e onori, a loro compete la possibilità di avanzare proposte per la legge elettorale».
L’Economist, con pezzo intitolato «Why Italy should vote no in its referendum» , si è schierato per il No al referendum. Va da sé che ce ne faremo una ragione. Tuttavia, l’editoriale del settimanale britannico è molto istruttivo e ci aiuta a chiarire qual è la posta in gioco.