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Non così divisi, dopotutto. Almeno in politica estera

Ormai ci siamo: domani si vota. Le elezioni americane, si sa, sono uno dei più grandi spettacoli del mondo. Anzi, secondo Mario Sechi, «il più grande spettacolo del mondo».

«Che corsa, riavvolgiamo il nastro. La storia era un copione già scritto ma… I candidati dovevano essere Hillary Clinton e Jeb Bush, famiglie d’America. Dinasty. E invece, solo per un soffio non abbiamo avuto la coppia Sanders-Trump», ricorda oggi Sechi che poi aggiunge:«Beato è chi le ha seguite passo dopo passo. Hanno fatto passare Frank Underwood per un pivello, altro che House of Cards, la corsa alla Casa Bianca è stata la rappresentazione finale del denaro come insostituibile carburante della politica, della scorrettezza senza pensarci su troppo, del colpo basso, del potere che frusta il potere, una battaglia all’ultimo sangue che domani avrà il suo epilogo».

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“La Costituzione va difesa innovandola” – Il Gazzettino, 6 novembre 2016

“Nessuno ha mai pensato che basti riformare la Costituzione per risolvere i nostri problemi, ma alle difficoltà del Paese non è estranea la debolezza delle nostre istituzioni”. Il senatore isontino del Pd e vicecapogruppo dei Democratici a palazzo Madama, Alessandro Maran, premette così il suo ragionamento a sostegno del “sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre.

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#riformacostituzionale Ieri sera a Romans d’Isonzo (GO)

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“Che cosa abbiamo da perdere?”

Ieri, nella sua rubrica sul New York Times, l’ultima prima del voto, Thomas L. Friedman si è rivolto agli elettori di Donald Trump (Donald Trump Voters, Just Hear Me Out – The New York Times).
«While I’ve opposed the Trump candidacy from the start, I’ve never disparaged Trump voters. Some are friends and neighbors; they’re all fellow Americans», scrive Friedman. Dobbiamo, prosegue, prendere sul serio le loro preoccupazioni. Ma dobbiamo chiedere loro di essere seri e di distinguere tra i due candidati. «Trump is not only a flawed politician, he’s an indecent human being. He’s boasted of assaulting women — prompting 11 to come forward to testify that he did just that to them; his defense is that he could not have assaulted these women because they weren’t pretty enough.He’s created a university that was charged with defrauding its students. He’s been charged with discriminating against racial minorities in his rental properties. He’s stiffed countless vendors, from piano sellers to major contractors. He’s refused to disclose his tax returns because they likely reveal that he’s paid no federal taxes for years, is in bed with dodgy financiers and doesn’t give like he says to charity. He’s compared the sacrifice of parents of a soldier killed in Iraq to his “sacrifice” of building tall buildings. He’s vowed, if elected, to prosecute his campaign rival. We have never seen such behaviors in a presidential candidate».
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Basta un Sì a Romans d’Isonzo (Go). Venerdì 4 novembre ore 20.15, casa Pasiani Candussi

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Ritorno improvviso della guerra fredda l’Unità, 27 ottobre 2016

Si è molto parlato del ritorno al clima da guerra fredda tra USA e Russia. E manco a dirlo, una parte della politica italiana, quella antieuropea e antiamericana (la stessa – da Salvini a Berlusconi, da Grillo all’estrema destra – che, guarda caso, si batte per il NO al referendum) si è schierata con Putin. Ma un ritorno al bipolarismo della guerra fredda è impensabile. Perché? Perché il mondo tende al multipolarismo. E’ vero che ciascuno dei «poli» ha un peso molto diverso e che alcuni di questi, come appunto la Russia, pur non essendo al livello degli Usa dal punto di vista economico, hanno un’importanza militare (e nucleare) che può ostacolare la libertà di movimento degli altri, ma oggi il sistema internazionale – com’è stato costruito dopo la seconda guerra mondiale – è ormai irriconoscibile.

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Comune di San Pietro di Feletto (TV) – Lunedì sera alla consegna della Costituzione della Repubblica Italiana ai diciottenni.

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Basta un Sì a Conegliano il 24 ottobre. Bicameralismo paritario: l’anomalia italiana

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Il Piccolo, 18 ottobre 2016 – “La Carta va adattata ai tempi non adorata in modo acritico”

Il nuovo senato Sarà un luogo di mediazione e cancellerà incertezze e ricorsi che durano anni. Difetti? Sì, ma le cose andranno a regime con l’esperienza

di Diego D’Amelio

TRIESTE «La nostalgia del passato riappare continuamente nel dibattito sulla riforma, ma la Costituzione non va adorata in modo acritico bensì adattata ai tempi. Le modifiche poggiano su due assi: da una parte superare il bicameralismo perfetto assegnando alla Camera il voto di fiducia; dall’altra eliminare i conflitti di competenza fra Stato e Regioni, affidando al Senato la rappresentanza degli interessi territoriali». Per Alessandro Maran, vicecapogruppo Pd al Senato, la modifica della Costituzione non può più aspettare: «Nessuna democrazia è basata su un bicameralismo in cui i due livelli fanno le stesse cose. Ciò era frutto dei veti incrociati della Guerra fredda, le cose sono cambiate con la caduta del muro di Berlino. Ne aveva parlato Nilde Iotti già nel 1979, proponendo una camera delle Regioni e notando che in Cina avevano gli stessi parlamentari dell’Italia».

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“Bridges and Borders” – Venerdì 21 ottobre 2016

Venerdì 21 ottobre parteciperò all’incontro “Bridges and Borders”, organizzato dall’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia. L’incontro avrà inizio alle ore 17 e si terrà a Gorizia, presso la Sala Convegni del Best Western Gorizia Palace in Corso Italia n. 63.
“A quasi sessant’anni dalla firma del Trattato di Roma – scrivono nell’invito gli organizzatori – il processo di integrazione europea, caratterizzato da una espansione continua, ha finito con il riguardare ben 28 Paesi. Nel contempo, si è assistito all’aggravamento di una crisi che si è manifestata sia nell’economia che nella società con il fenomeno delle migrazioni di massa. La debolezza di una risposta europea ha viceversa favorito la tendenza al ritorno verso lo stato nazionale con il ripristino dei confini in vari Paesi europei. Con “Bridges and Borders” si vuole invece porre l’accento sul comune denominatore del consenso verso l’idea di collaborazione e maggiore integrazione europea, vale a dire verso la costruzione di ponti e non di barriere”.
Così il programma: “Dopo i saluti del Presidente dell’Accademia Europeista Claudio Cressati e delle autorità sono previsti gli interventi di: Lino Sartori, filosofo e docente universitario; Alessandro Maran, Senatore della Repubblica; Drago Kraljevic, già Ambasciatore della Repubblica di Croazia; Willibald Richter, già Segretario Generale dell’Europazentrum di Graz (Austria). Concluderà l’incontro lo scrittore Veit Heinichen. A moderare la discussione sarà Pio Baissero, Direttore dell’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia”.
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