GIOVEDI 6 OTTOBRE H. 15.00
SALA DELL’ ISTITUTO DI SANTA MARIA IN AQUIRO –
PIAZZA CAPRANICA, 72
Convegno
“Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, Fiume e della Dalmazia”
RELATORI
SEN. LUCIO TOTH – Autore del libro “Storia di Zara – Dalle origini ai giorni nostri”.
Sen. CARLO GIOVANARDI
Sen. ALDO DI BIAGIO
Sen. ALESSANDRO MARAN
Prof. PAOLO SIMONCELLI
Prof. GIUSEPPE de VERGOTTINI
Dr. PAOLO SCANDALETTI
Un altro referendum rischia di mettere a repentaglio un’Europa già in crisi. Si celebra domani in Ungheria. Dopo il voto sulla Brexit nel Regno Unito, domani infatti anche l’Ungheria andrà alle urne per dire sì o no al sistema europeo sulla redistribuzione dei rifugiati provenienti da Italia e Grecia verso altri Paesi europei, misura approvata dal Consiglio europeo per aiutare i due Stati a gestire gli ingenti flussi migratori, ma mal digerita dal governo di Viktor Orban. Il quesito a cui saranno chiamati a rispondere i cittadini ungheresi è: “Volete che l’Unione europea sia autorizzata a decidere l’insediamento obbligatorio di cittadini non ungheresi in Europa senza il consenso del parlamento ungherese?”.
Torno, all’indomani del primo dibattito presidenziale (nel quale, sotto ogni punto di vista, Hillary Clinton ha sbaragliato Donald Trump), sul discorso (l’ultimo) che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto, la scorsa settimana, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York.
Ci torno per diverse ragioni. È stato, anzitutto, uno dei suoi discorsi migliori sulla politica mondiale. Inoltre, come sappiamo, l’8 novembre negli Stati Uniti si sceglierà il suo successore. Ma le scelte che stanno di fronte agli Stati Uniti non sono diverse dalle scelte che stanno di fronte al mondo. A tutti noi. Come ha detto Obama, «tutti noi affrontiamo una scelta in questo momento. Possiamo scegliere di proseguire con un modello migliore di cooperazione e di integrazione. O ci possiamo ritirare in un mondo diviso nettamente e alla fine in conflitto lungo le linee annose della nazione e della tribù e della razza e della religione. E vi dico oggi che dobbiamo andare avanti e non tornare indietro». Torno, infine, sul discorso del presidente Obama perché fare le scelte sbagliate – o non avere neppure riconosciuto la natura delle scelte che stanno di fronte a noi – può avere conseguenze catastrofiche.