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Dopo il voto sulla Brexit, anche l’Ungheria va alle urne

Un altro referendum rischia di mettere a repentaglio un’Europa già in crisi. Si celebra domani in Ungheria. Dopo il voto sulla Brexit nel Regno Unito, domani infatti anche l’Ungheria andrà alle urne per dire sì o no al sistema europeo sulla redistribuzione dei rifugiati provenienti da Italia e Grecia verso altri Paesi europei, misura approvata dal Consiglio europeo per aiutare i due Stati a gestire gli ingenti flussi migratori, ma mal digerita dal governo di Viktor Orban. Il quesito a cui saranno chiamati a rispondere i cittadini ungheresi è: “Volete che l’Unione europea sia autorizzata a decidere l’insediamento obbligatorio di cittadini non ungheresi in Europa senza il consenso del parlamento ungherese?”.

Il risultato sembra già scritto. Secondo alcune agenzie infatti, il no trionferebbe con circa l’80%.  Del resto, la campagna di affissioni realizzata dal premier Orban è di questo tenore:”Lo sapevate? Dall’inizio della crisi dell’immigrazione è aumentato notevolmente il numero delle violenze sulle donne in Europa”.

Il referendum sarà uno spartiacque per l’Europa. Qualora vincesse il no, l’Ungheria dovrebbe, infatti, adottare una legge in materia che risulterebbe incompatibile con le politiche Unitarie. A questo punto lo scontro sarebbe inevitabile e potrebbe costringere l’Unione ad applicare sanzioni all’Ungheria, una su tutte la revoca del diritto di voto in Consiglio.

Come ha osservato Giulia Stefano su East Journal “il referendum di Budapest, è un altro tentativo di mettere in discussione la sovranità europea. Sovranità contestata dagli stati dell’Europa centro-orientale sotto diversi punti di vista, uno su tutti quello sulle politiche di accoglienza. Vista la quasi sicura vittoria del no, sarà dell’UE il compito di assimilare il risultato, se possibile nel migliore dei modi, evitando che possa compromettere ulteriormente la stabilità di un’Europa già precaria”. E stavolta non sarà facile.

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