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La corsa della Regina Rossa

Nel mondo della Regina Rossa del celebre racconto di Lewis Carroll («Alice attraverso lo specchio»), bisogna correre il più velocemente possibile per riuscire a rimanere nello stesso punto. È probabile che, anche in Italia, si debba fare un lungo tratto di strada per arrivare nel punto preciso da cui siamo partiti. Non diversamente da quel che succede in Germania. Il Paese considerato finora il pilastro della stabilità in un’Europa sempre più turbolenta, è ancora senza un governo; e dopo mesi di incertezza, i tedeschi sono finiti più o meno nel punto dove hanno iniziato, allo stesso tipo di «grande coalizione» che ha governato il paese per otto anni.

Sebbene sia stato presentato come un esito scontato, l’accordo è tutt’altro che concluso. Nelle prossime settimane, il «dramma» che circonda le più estenuanti trattative per formare una coalizione che si ricordino, è destinato a proseguire. Prima che la grande coalizione possa diventare realtà, l’accordo deve essere approvato dai 464mila iscritti alla SPD che avranno l’ultima parola sull’intesa. Come andrà il voto nessuno è in grado di dirlo. Il via libera alle trattative formali è stato convalidato a fatica da una maggioranza non molto ampia dei delegati del partito, nonostante la leadership della SPD ne abbia sostenuto fortemente necessità. E il futuro di Angela Merkel sembra essere nelle mani di uno studente di 28 anni di Berlino, Kevin Kühnert. Il leader dei giovani socialdemocratici della Jusos è, infatti, il volto del movimento #NoGroKo e si batte come un forsennato per tenere la SPD fuori da una Grosse Koalition, che considera un disastro sia per il partito che per la democrazia tedesca. «#NoGroko non significa solamente rigettare un accordo di governo – ha twittato Kühnert (che, manco a dirlo, si ispira a Corbyn e Sanders) subito dopo l’annuncio che l’intesa era stata raggiunta -, #NoGroko significa anche respingere il modo di fare politica che è stato messo in campo oggi».

Ma non è il solo ad opporsi alla GroKo. Nella CDU sta montando la rivolta contro Angela Merkel. Dopo l’accordo, i conservatori ribelli domandano un ampio rinnovamento del partito. L’assemblea della CDU si riunirà la prossima settimana, il 26 febbraio, pochi giorni prima del voto degli iscritti alla SPD; e, si dice sui giornali, buon per la Merkel che i suoi iscritti non possono votare. Andreas Kluth, caporedattore di Handelsblatt Global ha scritto: «Gli altri europei ci metteranno un po’ per capire quanto sia inadeguato l’accordo di coalizione raggiunto la settimana scorsa. Ma i tedeschi hanno già visto abbastanza. E sono a metà strada tra l’annoiato, il deluso e l’inorridito. Il documento che suggella la terza ‘grande coalizione’ (sic) con Angela Merkel come cancelliere è tanto prolisso quanto privo di sostanza». Per Kluth, «la soluzione migliore per la Germania – e nel lungo periodo anche in Europa –  è quella di provare quel che la maggior parte delle democrazie fanno in questa situazione: un governo di minoranza».

Ma gli spagnoli, che del governo di minoranza di Mariano Raioy (in cui tutti, presi dai loro calcoli elettorali, giocano a logorare l’avversario, prolungando l’incertezza e la paralisi) non ne possono più, esaltano «el ejemplo de Alemania». Secondo El País, «la CDU di Merkel e l’SPD di Schulz ci hanno appena offerto una lezione, la capacità di sacrificarsi proprio sull’altare dell’interesse generale anche a rischio di perdere consensi. La cancelliera ha ammesso le «dolorose concessioni» e deve affrontare un tentativo di ribellione nel suo partito per aver ceduto portafogli chiave ai socialdemocratici. E proprio Schulz ha rinunciato ad un ministero prestigioso per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio circa il suo interesse personale. Entrambi si sono dimostrati capaci di rinunciare a qualcosa per il bene del loro paese, qualcosa di inedito nella politica spagnola, piena di politici che non si accordano e non se ne vanno». Non per caso, il quotidiano spagnolo ha lanciato un appello alla politica spagnola (che riecheggia quel «Fate presto!» che campeggiava sui giornali italiani qualche anno fa): «Gobiernen, legislen, pacten, saquen a este país de la desperante parálisis a la que lo han conducido».

Se la base della SPD dovesse votare in favore dell’accordo, la Germania potrebbe avere un nuovo governo per Pasqua. E dopo il 4 marzo, per restare nello stesso punto, anche all’Italia toccherà correre parecchio. Anche perché una sezione dell’accordo tra CDU, CSU e SPD riguarda specificatamente le questioni europee, e il «bisogno di un rinnovamento e di una nuova partenza» per l’Unione europea. Ma non c’è ragione di disperare. La Regina Rossa ha confidato ad Alice: «Alcune volte ho creduto fino a sei cose impossibili prima di colazione”.

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