«Nella
città, completamente ricoperta dalla neve, di Vovchansk,
nell’Ucraina orientale, dove ventimila persone
vivono a cinque minuti d’auto
dal confine con la Russia, Sergei Sergienko elenca i suoi affanni.
I posti di lavoro scarseggiano, perciò deve partire alle 5.00 per lavorare nell’edilizia
a Kharkiv, la città più vicina, e guadagnare 700
grivnie (25 dollari) al giorno. Suo padre è in convalescenza dopo che il
Covid-19 lo ha mandato all’ospedale. Nell’elenco
di Sergienko la paura che le truppe russe possano invadere l’Ucraina
è assente. “Cerco di non riempirmi la testa di preoccupazioni per la
guerra, ci sono già abbastanza problemi senza”, dice. Inoltre, aggiunge
con un’alzata di spalle, non è qualcosa che posso dominare».