Continuo a pensare che il fatto che Gorizia e Nova Gorica saranno insieme «Capitale europea della cultura 2025», debba rappresentare non solo un’occasione unica per valorizzare un mix straordinario di storia e cultura, ma anche lo stimolo per mobilitare le energie e unire le forze in uno sforzo collettivo per rilanciare la città. Resto anche dell’opinione che rinunciare a costruire un coalizione politica ampia in grado di proporsi e di sollecitare questo sforzo collettivo, al di là dei vecchi steccati, sarebbe imperdonabile. Perciò, arrivati a fine anno, ritengo sia giunto il momento di tirare qualche somma. Sul Piccolo, Francesco Fain oggi riprende e commenta il testo della lettera che ho inviato al giornale e che riporto di seguito:
«All’inizio dell’estate, sollecitato da più parti, mi sono detto disponibile a sfidare Ziberna. Arrivati a dicembre, prendo atto che attorno alla mia candidatura non è possibile costruire, come sarebbe urgente e necessario, una coalizione ampia tra forze sociali e politiche in grado di imprimere la svolta di cui la città ha bisogno. Pertanto, come avevo annunciato, visto che non ci sono le condizioni, ritiro la mia disponibilità a candidarmi.
Constatare che a pochi mesi dal voto, di fronte al naufragio della Giunta Ziberna, in campo non ci siano ancora un leader e una coalizione in grado di proporsi come alternativa alla penosa situazione attuale, è, ovviamente, assai deprimente. Non è un mistero per nessuno che finché gli avversari del centrodestra proseguiranno su questo spartito, Ziberna può stare tranquillo. Con una opposizione debole e divisa, che si muove in ordine sparso, il centrodestra avrà gioco facile a sostenere che, sì, la Giunta in carica non sarà granché, ma alle viste non c’è un’alternativa di governo credibile.
Qual è il problema? Il programma, cioè le cose da fare? Neanche per sogno. Se si tratta addirittura, com’è stato detto e scritto in modo enfatico, di «salvare» la città, è quello il programma. E se quello è il programma, neppure il perimetro della coalizione dovrebbe essere un problema. Anzi, dovremmo fare appello a tutti i goriziani che, di fronte alla grave situazione in cui versa la città, sentono il dovere di collaborare, senza pregiudizi né preconcetti, per determinare un’inversione di tendenza oggi più che mai necessaria.
Per rilanciare la città c’è bisogno, infatti, di uno sforzo straordinario e di una coalizione politica in grado di proporsi e di sollecitare questo sforzo collettivo, molto al di là dei vecchi steccati politici e ideologici. Serviranno, inoltre, anche in vista del 2025, una grande capacità di innovazione e la disponibilità a mandare in soffitta vecchi ruoli e vecchi stereotipi.
Spetta ai partiti e alle formazioni civiche che hanno a cuore il destino della città unire le forze e trovare un candidato sindaco che metta d’accordo tutti e abbia le capacità necessarie. Natale è alle porte. Perciò, per dirla come va detta, vonde monadis. Datevi una mossa».