Come ha osservato di
recente Fareed Zakaria, il conduttore del più importante programma di politica
internazionale della CNN, la diplomazia aggressiva della Cina le si sta ritorcendo
contro. Mentre il mondo intero è ancora alle prese con il Covid-19, la
Repubblica popolare cinese sembra usare la catastrofe globale per espandere la
propria influenza, garantirsi vantaggi e riaffermare la propria leadership in
Asia. Il 2 aprile scorso ha speronato e affondato un peschereccio vietnamita
nel Mar cinese meridionale; il 28 maggio ha approvato la legge sulla sicurezza
nazionale di Hong Kong togliendo alla città ogni speranza di autonomia; il 29
maggio ha minacciato un’azione militare contro
Taiwan «se
non ci sarà un altro modo per impedirle di diventare indipendente»; tra il 5
maggio e il 15 giugno ha attaccato l’India lungo il confine
che separa il Ladakh dall’Aksai Chin. E quel che
più sorprende sono proprio «i grossolani errori strategici della Cina». Dall’incursione
al confine con l’India alle tensioni
crescenti con l’Australia (e le
Filippine, il Vietnam, il Giappone, ecc.), la Cina si sta alienando i vicini.
Al punto che, come sostiene il conduttore di Global Public Square, «per colpa
delle azioni degli ultimi anni sotto Xi Jinping», la Cina «oggi si trova nella
stessa situazione strategica dell’Unione sovietica
durante la Guerra fredda, circondata da paesi sempre più ostili».