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LA LETTERA DEL PREMIER RENZI AI PARLAMENTARI DEI GRUPPI DI MAGGIORANZA

Carissimi,

tra qualche ora sarete in vacanza, per una breve pausa. Mi permetto di dire, sfidando le ire dei benpensanti: vacanza molto meritata. Sì, meritata. Perché se vi voltate un attimo indietro e provate a ripercorrere il cammino di questo anno, resterete stupiti pensando alle cose che abbiamo portato a casa.
Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito. Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto – tutte insieme – così tante riforme.
Provate per un istante, per un solo istante, a metterle in fila.

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C’è lo sputtanamento olé …

In questi giorni mi sono ricordato di un vecchia canzone di Cochi e Renato:«c’è lo sputtanamento olé e così un bel momento olé …». Un tormentone del 1978.
Ieri (quasi) tutti i giornali ci hanno spiegato che il Pd si sarebbe suicidato perché la maggior parte dei suoi senatori non ha votato a favore dell’arresto di un senatore del Ncd. Ma è corretto commentare il voto del Senato sul caso Azzollini senza dar conto neppure in estrema sintesi di quanto risulta dagli atti giudiziali a carico dell’imputato?
Come ha lamentato Pietro Ichino in una lettera al Direttore, «nel Corriere di ieri mi ha colpito molto che nessun articolo, e neppure l’editoriale di Massimo Franco intitolato Da giustizialisti a garantisti (solo per interesse), fornisse alcuna notizia sugli argomenti sulla base dei quali il Tribunale di Trani chiede l’autorizzazione all’arresto del senatore Azzollini. Come se nella decisione del Senato «gli argomenti del giudice a sostegno della richiesta non avessero alcun peso. Le cose, per fortuna, non stanno così; e proprio il caso Azzollini, se si guarda bene ciò che è accaduto in Senato, lo dimostra» (UN CASO DI BUONA POLITICA E CATTIVA INFORMAZIONE).

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Considerazioni sul voto di ieri

Il Senato ha detto “no” all’arresto del senatore Antonio Azzollini. Almeno il 60 per cento dei senatori Dem si è espresso contro l’arresto del senatore del Ncd, con uno strascico di polemiche anche in seno alla segreteria. Vediamo, allora, di ricapitolare.

La votazione della proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di concedere l’autorizzazione all’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del senatore Antonio Azzollini, ai sensi dell’articolo 68, secondo comma, della Costituzione, è avvenuta a scrutinio segreto, come stabilito dal Regolamento.

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QUE RESTE-T-IL?

Che cosa ci ha insegnato la crisi greca? Due cose almeno.

La prima: che con un’unione monetaria in mezzo al guado, senza unione fiscale o politica, senza meccanismi predefiniti per gestire crisi estreme, prima o poi finiremo per sbattere la testa contro il muro. E una tale consapevolezza comincia a farsi strada tra i leader europei. Soltanto così si può spiegare il fatto che il presidente della Repubblica francese Hollande abbia messo da parte il solito sovranismo francese per proporre un governo dell’Eurozona con un proprio budget. La Francia è pronta a partecipare «à une organisation renforcée» della zona euro e a costituire «avec les pays qui en décideront, une avant-garde», ha affermato il presidente francese che ha aggiunto: «Mais nous ne pouvons en rester là. J’ai proposé de reprendre l’idée de Jacques Delors du gouvernement de la zone euro et d’y ajouter un budget spécifique ainsi qu’un Parlement pour en assurer le contrôle démocratique» ( Hollande plaide pour un « gouvernement de la zone euro »). Era ora, diciamolo.

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TORNARE ALLA LIRA?

Senato della Repubblica

Resoconto stenografico 8 luglio 2015

Deliberazione sulla richiesta di dichiarazione d’urgenza, ai sensi dell’articolo 77 del Regolamento, in ordine al disegno di legge costituzionale: Indizione di un referendum di indirizzo sull’adozione di una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro.

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Da zero a uno

zerotoone

La “Buona Scuola” sarà votata domani in aula al Senato con la fiducia. E domani si conclude con un vertice dei capi di Stato e di governo dall’agenda impegnativa, una settimana europea particolarmente laboriosa. Oltre alla difficile situazione greca e ad altri temi sensibili, si discuterà l’avvenire dell’Unione economica e monetaria, sul quale è stata appena pubblicata una complessa relazione. L’autore principale è il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker. Ne ha parlato Enzo Moavero Milanesi sul Corriere della Sera in un articolo dal titolo molto eloquente: “Integrazione Europea. I giorni della svolta” (PressReader – Corriere della Sera – INTEGRAZIONE …). “Se nel giro di qualche giorno si chiuderá positivamente il negoziato con la Grecia; se su migrazione e asilo si confermerà l’inizio di un percorso di condivisione, e se finalmente prenderà corpo il dibattito sul futuro del governo dell’euro nel senso di una maggiore integrazione, allora davvero Bruxelles non sarà più soltanto il facile obiettivo di populisti di ogni sorta”, ha detto, infatti, al Foglio Marco Piantini, sherpa di Palazzo Chigi sulle questioni europee e già collaboratore dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Grecia, euro, migranti).

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«Non cambi l’Italia se non cambi la testa degli elettori del Pd

Matteo Renzi ha detto di voler tornare alle origini, al politico movimentista, simbolo del cambiamento che portò il Pd al 40,8 per cento delle Europee (Il premier: “Devo tornare il vero Renzi e voglio riprendermi il partito”). In altre parole, Renzi deve tornare ad essere Renzi. Specie se si considera che il governo è impegnato nel «momento più delicato della legislatura», come ha spiegato ieri il premier all’assemblea del gruppo parlamentare della Camera. «Ma quando ci sono difficoltà – ha aggiunto – quelli bravi le superano». Resta il fatto che Renzi ha annunciato che la riforma della scuola sarà rinviata e con essa l’assunzione dei 100 mila precari. Vedremo come andrà a finire.  Ma dopo l’insuccesso di Luigi Berlinguer di 15 anni fa e quello probabilissimo della Buona Scuola, dobbiamo concludere che la scuola italiana è irriformabile? Di più, dobbiamo concludere che le elezioni parziali mettono in stallo il tentativo di rinnovamento che Renzi punta ad esprimere?

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E DEI FIGLI, CHE NE FACCIAMO? L’INTEGRAZIONE DELLE SECONDE GENERAZIONI DI IMMIGRATI

Compiuti da tre giovani musulmani nati in Francia, gli attentati di Parigi del 7 e 9 gennaio 2015 sollecitano una riflessione sull’integrazione degli immigrati e dei loro figli. Qualcosa non va, se tre esponenti delle seconde generazioni (G2) hanno scelto di sferrare un colpo mortale al Vecchio Continente. Qualcosa non va, se oltre tremila foreign fighters europei stanno contribuendo alla barbarie del califfato in Siria e in Iraq. Il libro illustra il percorso delle G2, in bilico tra assimilazione, marginalità sociale e ribellione. Analizza la situazione del nostro paese, in cui le G2 si stanno faticosamente ritagliando un posto. Comprende inoltre un saggio che descrive l’attacco a “Charlie Hebdo” e i delicati temi che ne costituiscono lo sfondo.

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARCO ORIOLES

Venerdì  12 giugno 2015 – ore 17:00

Polo Universitario di Santa Chiara, via Santa Chiara 1, Gorizia

Intervengono:
Alessandro Maran – Senatore della Repubblica
Marco Orioles – sociologo
Antonella Pocecco – sociologa, docente Università di Udine

Modera:
Alex Pessotto – giornalista “Il Piccolo”

A seguire dibattito con gli interventi del pubblico

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«Una victoria que le provocará más de un dolor de cabeza»

Alla fine è finita 5 a 2, con il Pd che conserva la guida della Puglia, delle Marche, della Toscana, dell’Umbria (che è rimasta al centrosinistra dopo uno spoglio altalenante che per un momento ha visto il candidato del centrodestra clamorosamente in vantaggio) e che strappa la Campania al centrodestra. Ma con il centrodestra che si prende la Liguria, confermandosi nel Veneto. (Regionali, finisce 5 a 2|Tutti i datiFotoVideoLiguria a Toti|Renzi: stop corrente organizzataComunali, molte città al ballottaggio|Spoglio).

Secondo gli spagnoli, che le elezioni regionali le hanno appena svolte, Matteo Renzi ottiene una «discreta victoria». (Renzi obtiene una discreta victoria en las regionales italianas). Per diverse ragioni, «se trata de una victoria que le provocará más de un dolor de cabeza», scrive EL PAÍSche, oltretutto, «no llama precisamente al sosiego que necesita Italia para seguir adelante con sus reformas». Per questo, in attesa dei dati ragionati che avremo nelle prossime ore (consiglio una capatina sul sito dell’Istituto Cattaneo: Fondazione di ricerca – Istituto Carlo Cattaneo), rinvio alla «lettera della Bce» di Claudio Cerasa che, nei panni di Mario Draghi, ricorda a Renzi che «a prescindere da quale sarà, per Ella, il risultato delle elezioni… leggi tutto

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