Category : IN PRIMO PIANO

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I 3 punti della svolta a destra europea e i puntini da connettere del Pd – Il Foglio, 11 aprile 2018

Ora che anche Viktor Orban, teorico della «democrazia illiberale» e modello per tutti i populisti d’Europa, ha stravinto le elezioni politiche in Ungheria, non sarebbe male tornare, con un respiro più ampio, sulle tendenze di fondo emerse nelle elezioni italiane.

Sarà anche tutta colpa di Renzi, sarà che la sinistra deve «tornare tra la gente», ma a ben guardare, più di ogni altra cosa, le elezioni del 4 marzo scorso che hanno trasformato l’Italia nel «cuore della rivoluzione» bannoniana, hanno registrato, come un sismografo, i grandi cambiamenti che si stanno propagando rapidamente in tutti i traballanti sistemi politici europei.

Le tendenze più importanti sono tre anche nella variante italiana dei movimenti tellurici in corso.

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ARRIVEDERCI!

Tra qualche giorno, il 22 marzo, si conclude la mia attività parlamentare e con essa termina anche l’invio dell’abituale newsletter con il resoconto del lavoro svolto e delle scelte compiute, gli articoli che ho scritto e le opinioni che ho sostenuto.

Continuerò, ovviamente, a battermi per le mie idee, ma il mio impegno politico e culturale continuerà in forme e sedi diverse.

Tutto il materiale pubblicato (gli interventi svolti in Parlamento o in altre sedi pubbliche, i disegni di legge, gli articoli, le interviste, i commenti, ecc.) resta disponibile su questo sito.

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L’epoca degli imperatori

Oggi in Russia si vota per le elezioni presidenziali e c’è un solo favorito: Putin, che si avvia verso la quarta riconferma. Nei giorni scorsi l’Assemblea del Popolo, il massimo organo legislativo del paese, ha rieletto Xi Jinping presidente della Cina per il secondo mandato. Solo che stavolta Jinping (che è anche segretario del Partito comunista e capo delle forze armate) può restare in carica per tutta la vita, grazie alle modifiche alla Costituzione che ha appena fatto passare.

È, per dirla con Ivan Krastev (presidente del Center for Liberal Strategies e autore del recente «After Europe»), il «momento dell’Imperatore».

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“Los redentores” – Il Foglio, 13 marzo 2017

Al direttore – LItalia che redime ha battuto lItalia riformista. Era nellaria. Il populismo è un fenomeno che ha il vento in poppa un podovunque e non è certo da oggi che in Italia los redentoressi contendono i fedeli. I grillini, si sa, sono una pagina dellalbum di famiglia della sinistra italiana, ma anche la destra non si è mai fatta mancare nulla: oggi Berlusconi è certo molto meno antisistemico e ben più costituzionalizzato di un tempo, ma ne è passata di acqua sotto i ponti; e perfino gli schiamazzi populisti della Lega sono sussurri rispetto a quando si parlava del Veneto come se fosse lUlster. Insomma, dal tramonto della Prima Repubblica sul nostro paese si sono abbattute violente ondate populiste. Al punto che la lotta politica tra soggetti che si riconoscono legittimità ha ceduto il passo alla guerra di religione tra tra popoli omogenei (dal Popolo viola allEsercito di Silvio) trasformando il bipolarismo degli ultimi ventanni in una guerra di trincea tra nemici convinti di possedere il monopolio della virtù. A soffrirne è stato il tessuto istituzionale del paese, esposto ai feroci colpi degli uni e degli altri.

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La coalizione del buon senso

«I grillini al governo? Proviamo. Peggio degli altri non potranno fare», si sente dire tra la gente. Potremmo chiamarlo esperimento Venezuela.

Oggi il Venezuela è un paese devastato: i bambini sono senza cibo, gli ammalati senza medicine, i prigionieri senza diritti e un sacco di gente, senza speranza, fugge in massa dall’altra parte della frontiera. Ma anche lì, non si è trattato di un progetto politico attuato secondo un copione preciso. Anche lì, il processo sociale che è cominciato nel 2009 con «la grande vittoria del popolo e della rivoluzione» (il via libera, cioè, alla riforma costituzionale che ha permesso a Hugo Chavez di ripresentarsi alla scadenza del secondo mandato), si è sviluppato in modo molto casuale, per tentativi, rispondendo alle sollecitazioni del momento, senza una strategia di ampio respiro.

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WHY?

Comprensibilmente, in questi giorni i principali giornali stranieri dedicano ampio spazio alle elezioni italiane.
Il New York Times (giustamente) punta il riflettore su “The Mistery Man Who Runs Italy’s ‘Five Star’ Movement from the Shadows”: Davide Casaleggio, “potentially the most powerful man in Italy, yet few people know who he is”.
The Guardian evidenzia che, con la sua retorica anti-europea e anti-immigrazione, “Matteo Salvini extends Northern League’s appeal as far south as Sicily”.
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La corsa della Regina Rossa

Nel mondo della Regina Rossa del celebre racconto di Lewis Carroll («Alice attraverso lo specchio»), bisogna correre il più velocemente possibile per riuscire a rimanere nello stesso punto. È probabile che, anche in Italia, si debba fare un lungo tratto di strada per arrivare nel punto preciso da cui siamo partiti. Non diversamente da quel che succede in Germania. Il Paese considerato finora il pilastro della stabilità in un’Europa sempre più turbolenta, è ancora senza un governo; e dopo mesi di incertezza, i tedeschi sono finiti più o meno nel punto dove hanno iniziato, allo stesso tipo di «grande coalizione» che ha governato il paese per otto anni.

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L’Europa vegetariana in un mondo pieno di carnivori

La guerra civile in Siria ha subito una rapida escalation nel corso di una delle settimane più caotiche. L’abbattimento di un cacciabombardiere Su-25 russo da parte dei miliziani qaedisti a Idlib, di un elicottero turco da parte delle forze curde ad Afrin, di un drone iraniano lungo i confini israeliani e di un caccia F-16 di Gerusalemme di ritorno da un raid sulla Siria accentuano il progressivo inasprimento del plurimo confronto tra sciti-sunniti, Israele-Iran e Usa-Russia.

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La piccola Italia e il grande mondo

«Molti italiani sono convinti – ha scritto ieri Giovanni Cominelli sul settimanale online della diocesi di Bergamo – che il loro piccolo mondo antico sia rimasto quello protetto del pre-’89. Rinchiusi in questa illusoria ridotta, le generazioni stanno consumando nell’inverno demografico che hanno scelto un passato ricco di civiltà e di storia. Solo che il mondo sta arrivando da ogni lato. Solo una parte del Paese è proiettata sugli scenari economici, produttivi e sociali mondiali e vede più lontano. Il 4 marzo le due visioni si conteranno. Oltre i risultati, il mondo “là fuori” non si fermerà. Per tutti gli italiani e per tutti i mass-media e partiti sarà un drammatico bagno di realtà. Perché, come suona un vecchio proverbio contadino cinese, molto citato da Mao tse-tung, “l’albero può desiderare la calma, non per questo il vento cesserà di soffiare”. Sull’Italia, è certo, continuerà a soffiare». Da imparare a memoria ( Verso le elezioni. La piccola Italia e il grande mondo. Antipolitica e provincialismo – www.santalessandro.org ).

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Al cuore delle cose, insieme – Monfalcone, 15 febbraio 2018

A Monfalcone con Sergio Bolzonello, che apre la manifestazione con il brano di Fiorella Mannoia “Che sia benedetta”:
A chi trova se stesso nel proprio coraggio
A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio
A chi lotta da sempre e sopporta il dolore
Qui nessuno è diverso, nessuno è migliore
A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero
A chi resta da solo abbracciato al silenzio
A chi dona l’amore che ha dentro
Che sia benedetta
Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta
Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta
E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta
A tenersela stretta
Che sia benedetta

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