L’Iran è tra i Paesi più colpiti dalla pandemia da Covid-19. Sembra che il primo focolaio di coronavirus si sia sviluppato nella città santa di Qom per poi raggiungere ogni angolo del Paese e dilagare in tutto il Medio Oriente; e sembra anche che le autorità iraniane abbiano tentato di nascondere la reale portata del contagio (il 21 febbraio si dovevano svolgere le elezioni politiche e le notizie sul virus avrebbero potuto scoraggiare gli elettori) e che la situazione sia più grave di quanto non appaia. Stando infatti all’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità, «il numero di casi riportati dalle fonti ufficiali potrebbe essere soltanto un quinto di quelli reali».
La spesa per le infrastrutture potrebbe tirarci fuori dalla situazione in cui ci ha gettati il Covid-19? Pare di sì. A pensarlo e a sollecitare un piano shock per rilanciare investimenti e infrastrutture stavolta non è Matteo Renzi. Lo sostiene S&P Global, uno dei principali fornitori al mondo di analisi e di ricerche.
Nelle ultime settimane, i media (e quelli americani in particolare) si sono concentrati sul dopo Covid-19. Secondo la maggior parte degli analisti, lo scossone che il virus sta dando al pianeta è così violento che nulla sarà più come prima. C’è chi ipotizza uno sconvolgimento degli equilibri mondiali e chi ritiene che, comunque, la pandemia cambierà per sempre le nostre vite. Insomma, quasi all’unanimità, gli esperti sostengono che il mondo post-Covid-19 sarà molto diverso da quello che abbiamo conosciuto e che dovremmo cominciare a pensarci, e magari a prendere le necessarie contromisure.
A quanto pare, gli Stati Uniti si preparano ad una campagna elettorale infarcita di teorie del complotto. Il presidente Trump e i suoi principali collaboratori insistono sulla tesi che il Covid-19 provenga da un laboratorio di Wuhan e il Partito Repubblicano, sembra aver trovato la strategia elettorale per il 2020: «dare addosso alla Cina». E’ quel che si legge nel «Corona Big Book», il rapporto redatto da una società di consulenza ottenuto da Politico (e fatto filtrare, sembrerebbe, dal GOP del Senato), che raccomanda ai candidati repubblicani «non difendete Trump … attaccate la Cina».
Contro l’immobilismo, il pregiudizio anti impresa, il circo mediatico-giudiziario. La crisi come opportunità per scommettere sul futuro.
La pandemia potrebbe avere un impatto durissimo nei paesi in via di sviluppo. Ecco cosa possiamo imparare dall’approccio “rapido e assennato” dello stato indiano
Intervento svolto a Romans d’Isonzo in occasione della Festa della Liberazione il 25 aprile 2018
Ringrazio il sindaco per l’invito, ringrazio tutti voi di essere qui e, in modo particolare, i ragazzi che oggi ci hanno parlato dei protagonisti della Resistenza e ci hanno esortato a non dimenticare.
Ci attendiamo tutti che, come ha detto il presidente Mattarella, nei prossimi giorni anche «il Consiglio dei capi dei governi nazionali» assuma, come hanno fatto la Banca Centrale e la Commissione, le «indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente». Ma accreditare l’idea che i nostri problemi dipendano semplicemente dall’Europa (concludendo, come fa Salvini, che il problema è l’Europa e che tanto vale uscirne), significa cercare disgrazie. Dovrebbe essere evidente a tutti che l’Italia non può farcela «da sola».
Washington sta mettendo in discussione il ruolo globale di un tempo. Ma la sua storia è fatta di presidenti “retrencher” contro “massimalisti” e tentativi di stabilire una nuova linea di condotta. Fare troppo è sempre stato seguito dal fare troppo poco, e viceversa
Come sentiamo dire a Poe nell’ultimo episodio di Star Wars, «Non siamo soli. La brava gente combatterà se la guidiamo». Ma per battere Salvini bisogna: