Category : IN PRIMO PIANO

GIORNALI2020 IN PRIMO PIANO

Se la patria ideale di molti italiani è Oblomovka – Il Foglio, 24 gennaio 2020

Al direttore – Perché il rango internazionale dell’Italia, si è chiesto ieri Ernesto Galli della Loggia sul Corriere, “ha subìto il tracollo drammatico di cui è testimone così evidente in queste settimane la crisi in Libia”? Colpa della deriva “oggettivamente anti italiana” dell’Unione a trazione franco-tedesca? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò. Perfino una persona mite e gentile come Carmelo Palma, l’altro giorno è sbottato e ha twittato: “Alla conferenza sulla Libia la posizione italiana è chiara: non sappiamo che cazzo dire né che cazzo fare, ma siamo fermi nell’idea che i pasti gratis, nella politica interna come in quello internazionale, ci spettino di diritto”.

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GIORNALI2020 IN PRIMO PIANO

«Perché il proporzionale porta a un dramma dell’inazione shakespeariano» – linkiesta.it, 20 gennaio 2020

Non è una questione tecnico-politica, è una questione etica. Garantire la governabilità è un’esigenza dei tempi, e la debolezza dei partiti attuali non consente di tornare al sistema Prima Repubblica. Semmai porta al rischio di aprire ancora di più ai populismi

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GIORNALI2020 IN PRIMO PIANO

«Ecco perché Trump ha promesso di ignorare il Medio Oriente, ma non c’è riuscito» – linkiesta.it, 13 gennaio 2020

Gli americani, di destra e di sinistra, non vorrebbero più occuparsi di quella regione, ma è un’impresa impossibile anche per un presidente isolazionista come l’attuale. E intanto gli altri paesi competitor, a partire dalla Cina, continuano a crescere. Tutti, tranne l’Europa

«Adesso che credevo di esserne uscito, mi trascinano di nuovo dentro!». Il lamento di Michael Corleone (nel capitolo finale del Padrino), che non ce la fa a sottrarsi alle attività criminali della famiglia, calza a pennello, come ha spiegato Fareed Zakaria nel corso della puntata di domenica scorsa del suo programma di politica internazionale sulla Cnn, all’America impelagata in Medio Oriente.

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GIORNALI2019 IN PRIMO PIANO

«IL METEORITE CHE TRAVOLSE IL SISTEMA POLITICO ITALIANO» – Quaderno 2/2019 Fondazione PER, 29 dicembre 2019

«Il Regno Unito e gli Stati Uniti – scrive Claudio Cerasa sul Foglio in un articolo al solito stimolante – hanno oggi leadership imprevedibili e per certi versi pericolose. Ma il fatto che quelle leadership siano emerse all’interno di grandi partiti che da sempre difendono la società aperta offre agli osservatori qualche ragione in più per pensare che grazie alla presenza dei partiti la realtà alla fine sarà inevitabilmente più forte di ogni forma di populismo». Insomma, a Londra e a Washington il sistema politico e istituzionale prevede una sorta di camera di compensazione per le isterie delle leadership anti sistema, in Italia, no: dietro i populisti ci sono movimenti sradicati dalla cultura liberale.

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GIORNALI2019 IN PRIMO PIANO

«Conte (e il Pd) è il nostro Perón, Di Maio (e Salvini) la nostra Evita» – Il Foglio, 18 dicembre 2019

Se l’Italia riformista non si decide a battere un colpo, il paese rischia in un modo o nell’altro la deriva sudamericana

Racconta Mario Vargas Llosa che il secondo uomo forte del Venezuela, Diosado Cabello, imbestialito poiché, a causa della vertiginosa inflazione che colpisce il paese, la moneta venezuelana (il Bolívar) è scomparsa dalla circolazione e i venezuelani comprano e vendono soltanto in dollari, ha chiesto ai suoi compatrioti di ricorrere al «baratto» per bandire dal paese, una volta per tutte, la moneta imperialista. Naturalmente, gli sfortunati venezuelani non gli hanno dato retta, perché la dollarizzazione del commercio non è una loro libera scelta come pensa il leader chavista, ma è l’unico modo per i venezuelani di sapere il valore reale delle cose in un paese dove la moneta nazionale si svaluta in ogni istante a causa di una inflazione spaventosa (la più alta del mondo) provocata, moltiplicando il debito pubblico e stampando moneta senza sosta, da governanti irresponsabili.

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GIORNALI2019 IN PRIMO PIANO

Il Foglio, 22 ottobre 2019 – «Per un’Europa senza tutori»

«Accelerare, visto il disimpegno americano, il decollo della difesa comune. Diventare motore della globalizzazione. Occasioni per riprendere in mano il proprio destino (copyright Merkel)».

Il mondo è sempre stato un posto pericoloso e la condizione di vulnerabilità dell’Italia (verso l’esterno, a causa della continua instabilità dei due versanti obbligati della politica estera italiana, i Balcani e la sponda Sud del Mediterraneo, e verso l’interno, a causa delle nostre debolezze politiche e istituzionali) è una costante storica. Infatti, l’ancoraggio a sistemi di alleanza con attori più forti, in grado di colmare il deficit di sicurezza internazionale ed interno del paese, è stata la risposta a questa condizione. Oggi però l’America non ha più la scala, la forza e neppure il consenso interno per agire come Atlante che regge sulle spalle il mondo, fungendo contemporaneamente da locomotiva economica e da garante della sicurezza militare. Inoltre, una crisi di coesione ancora più preoccupante continua a gravare sull’Europa, l’architrave stessa dell’opzione multilaterale dell’Italia.

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Il mio intervento alla Leopolda 10. Sabato 19 ottobre 2019

Clicca qui per vedere il mio intervento alla Leopolda 10

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“L’ennesima illusione di redenzione” – Il Foglio, 3 settembre 2019

Claudio Cerasa ha definito l’esecutivo rossogiallo che sta per nascere un “governo sbagliato per una giusta causa”. La “giusta causa”, la “svolta” che giustifica un governo “contro natura”, ovviamente è quella di porre freno al populismo, disfarsi del sovranismo e riportare l’Italia in una traiettoria occidentale ed europea.

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“Elezioni sì, governicchio no” – Il Foglio, 14 agosto 2019

Elezioni sì. Un governo istituzionale, un governo cioè di responsabilità nazionale che riporti il paese con i piedi per terra e che, soprattutto, sia davvero avvertito come un governo del presidente a vantaggio del paese, non mi sembra realizzabile.

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GIORNALI2019 IN PRIMO PIANO

«Il governo della folla è la tirannia delle masse. Una lezione di Lincoln» – Il Foglio, 9 agosto 2019

In una recente puntata delle sue «Conversations», vista l’aria che tira, Bill Kristol ha analizzato assieme a Diana Schaub, un’autorevole studiosa del pensiero politico americano, uno dei più significativi discorsi di Abramo Lincoln, «The Lyceum Address». Si tratta di una riflessione penetrante sui pericoli per la democrazia e sul perché la venerazione, o meglio «l’ossequio razionale» della legge sia indispensabile per perpetuare le istituzioni politiche americane. Una riflessione che anche dalle nostre parti, di fronte agli assalti allo stato di diritto e all’architettura giuridica liberale che infiammano le cronache politiche (assalti condotti rigorosamente, come ha scritto Massimo Adinolfi, «in nome del popolo italiano, in nome della giustizia, in nome della verità-che-io-so, che ciascuno ritiene di sapere»), non sarebbe male riprendere.

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