Il nuovo senato Sarà un luogo di mediazione e cancellerà incertezze e ricorsi che durano anni. Difetti? Sì, ma le cose andranno a regime con l’esperienza
di Diego D’Amelio
TRIESTE «La nostalgia del passato riappare continuamente nel dibattito sulla riforma, ma la Costituzione non va adorata in modo acritico bensì adattata ai tempi. Le modifiche poggiano su due assi: da una parte superare il bicameralismo perfetto assegnando alla Camera il voto di fiducia; dall’altra eliminare i conflitti di competenza fra Stato e Regioni, affidando al Senato la rappresentanza degli interessi territoriali». Per Alessandro Maran, vicecapogruppo Pd al Senato, la modifica della Costituzione non può più aspettare: «Nessuna democrazia è basata su un bicameralismo in cui i due livelli fanno le stesse cose. Ciò era frutto dei veti incrociati della Guerra fredda, le cose sono cambiate con la caduta del muro di Berlino. Ne aveva parlato Nilde Iotti già nel 1979, proponendo una camera delle Regioni e notando che in Cina avevano gli stessi parlamentari dell’Italia».