Il presidente russo Vladimir Putin ha detto ieri di non volere una guerra in Ucraina e ha annunciato il ritiro di una parte delle truppe ammassate al confine. Ovviamente, nessuno si fida delle promesse di Putin. Sembra però che l’unità del fronte occidentale (che ha risposto in modo tosto giocando sulle leve dell’economia) abbia funzionato.
Le Olimpiadi invernali di Pechino sono iniziate. Saranno 19 giorni di gara fino al 20 febbraio, giorno della Cerimonia di chiusura.
Sarà che non devono occuparsi dei retroscena della rielezione di Mattarella, del festival di Sanremo o dei compensi di Matteo Renzi, fatto sta che i giornali di tutto il mondo hanno puntato i riflettori sulla Cina e su quel che l’impero di mezzo sta cercando di mettere in mostra e hanno sottolineato quanto le cose siano cambiate in questi anni.
“Siamo nei guai. Spero che lo capiscano tutti. Non si tratta di guai da cui non possiamo uscire, ma non siamo sulla strada giusta”. Lo ha detto John Kerry, l’inviato presidenziale americano per il clima. Parlava del riscaldamento globale in vista della prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà in Egitto a novembre, ma come sottolineano Stephen Collinson e Shelby Rose della CNN, il suo commento sconsolato potrebbe riferirsi tranquillamente all’ondata di crisi mondiali che si sta abbattendo sugli Stati Uniti.
“Non lo voterei. Indignarsi per la sua mossa però è sbagliato: vi spiego perché”. Lettera di un ex vicecapogruppo del Pd
«Nella città, completamente ricoperta dalla neve, di Vovchansk, nell’Ucraina orientale, dove ventimila persone vivono a cinque minuti d’auto dal confine con la Russia, Sergei Sergienko elenca i suoi affanni. I posti di lavoro scarseggiano, perciò deve partire alle 5.00 per lavorare nell’edilizia a Kharkiv, la città più vicina, e guadagnare 700 grivnie (25 dollari) al giorno. Suo padre è in convalescenza dopo che il Covid-19 lo ha mandato all’ospedale. Nell’elenco di Sergienko la paura che le truppe russe possano invadere l’Ucraina è assente. “Cerco di non riempirmi la testa di preoccupazioni per la guerra, ci sono già abbastanza problemi senza”, dice. Inoltre, aggiunge con un’alzata di spalle, non è qualcosa che posso dominare».
Al direttore – Per quel che vale, sulla corsa al Quirinale la penso come Bill Emmott che, sul Financial Times, ha scritto che “in un mondo perfetto Mario Draghi dovrebbe rimanere primo ministro per tutto il periodo di attuazione del Pnrr”. Ma se questo “risultato perfetto è irrealizzabile”, allora è giusto “perseguire la migliore soluzione imperfetta, cioè che Draghi sia eletto presidente della Repubblica dal Parlamento italiano a fine gennaio e che supervisioni questo processo come capo dello stato nei prossimi sette anni”.
Sono passati due anni dallo scoppio della pandemia e l’uscita dal tunnel sembra ancora lontana: ora imperversa la variante Omicron e buona parte del mondo, al di fuori delle nazioni più ricche, aspetta invano i vaccini.
Ho letto “Ti sono accanto e ti tengo per mano…”, il libro, curato dalla moglie Luciana, che raccoglie alcune riflessioni di Iginio Ariemma sulla sua vita politica; alcune lettere inviate agli amici e ai colleghi di partito; le lettere ai nipotini; le sue poesie dedicate alla moglie, alla famiglia e alla natura.
In un mondo in cui le minacce al sistema liberale non sono morte con Trump, il Quirinale assume un valore ancora maggiore. Appunti per Pd e centrodestra
Continuo a pensare che il fatto che Gorizia e Nova Gorica saranno insieme «Capitale europea della cultura 2025», debba rappresentare non solo un’occasione unica per valorizzare un mix straordinario di storia e cultura, ma anche lo stimolo per mobilitare le energie e unire le forze in uno sforzo collettivo per rilanciare la città. Resto anche dell’opinione che rinunciare a costruire un coalizione politica ampia in grado di proporsi e di sollecitare questo sforzo collettivo, al di là dei vecchi steccati, sarebbe imperdonabile. Perciò, arrivati a fine anno, ritengo sia giunto il momento di tirare qualche somma. Sul Piccolo, Francesco Fain oggi riprende e commenta il testo della lettera che ho inviato al giornale e che riporto di seguito: