Capire il Caimano, il significato del centrodestra berlusconiano, per pensare – e ancor prima comprendere – il centrosinistra del futuro. Alessandro Maran si siede in cattedra e scrive. Il vicecapogruppo del Pd alla Camera non nasconde la sua passione politica, non solo da attore in prima persona, ma anche da studioso. E quando il Paese è già inoltrato in un autunno di promessa stabilità politica, si mette ad analizzare il contesto. Avverte che l’eventuale, ipotizzata, forse impossibile uscita di scena di Silvio Berlusconi non normalizzerà lo scenario italiano. Ed esorta ancora il Pd ad acchiappare l’elettorato deluso dalla presunta virtualità berlusconiana. Sulla copertina del piccolo saggio pubblicato dalle Edizioni della Laguna di Cormons,Maran sceglie di mettere un cartello. In inglese, con la freccia puntata, il segnale avvisa: «Keep left». L’invito è chiaro: «tenere la sinistra», anche se a mano qualcuno ha aggiunto la parolina «centro». Proprio dalla ricerca di questa ‘aggiunta’ a penna, veloce, nasce l’idea del saggio di Maran. Il ragionamento si rende evidente a leggere il sottotitolo: Di cosa parliamo quando parliamo del centrosinistra . L’ex segretario regionale dei Ds in Friuli VG, tra i nomi nuovi indicati come in grande ascesa nel nel Pd epoca bersaniana, parte da una fotografia sul momento attuale: «Non sappiamo se la leadership di Silvio Berlusconi – scrive – sia davvero prossima al tramonto». Quel che è certo, secondo Maran, è che «la politica non tornerà normale con l’uscita di scena di Berlusconi». La tesi di Maran non è inesplorata. Ma sentirla spiegare da sinistra fa ancora un po’ specie. «Quello che è avvenuto in questo ventennio – dice Maran – non è una parentesi antistorica (…). Converrà abbandonare l’illusione – aggiunge – che una volta tolto di mezzo il Caimano ritornerà l’età dell’oro, che non è mai esistita». L’attenzione al polo avversario è per Maran un’attenzione obbligata. Proprio per il Pd. «La triste parabola del governo Berlusconi – annota il parlamentare – conferma che il centrodestra non ha la forza per fare quelle riforme che mille volte ha promesso al Paese». Tocca quindi al Pd costruire l’agognata «alternativa credibile». Come? L’unica via è quella di ‘rubare’ in casa dell’avversario, una casa maggioritaria nel Paese. Dice Maran: «Il partito non ha altra possibilità che quella di provare a conquistare quelle parti che si renderanno disponibili con il mutare dei rapporti di forza all’interno del centrodestra, facendo proprie le loro istanze».Maran guarda le esperienze dei democratici all’estero, e avverte i colleghi del Pd: «I partiti del centrosinistra vincono quando, invece di crogiolarsi sui risultati del passato, abbracciano il futuro». Il futuro, già, prima che sia troppo tardi.