di ALESSANDRO MARAN
La campagna elettorale è appena cominciata e già la prima (grave) crisi internazionale si è incaricata di dimostrare quanto sia precario l’accordo tra Partito democratico e Sinistra e libertà. Le prime divergenze tra gli alleati Pd e Sel si sono consumate proprio in questi giorni sull’intervento militare deciso da Francois Hollande in Mali. Bersani difende la decisione del presidente socialista francese e Vendola non è d’accordo.
Come da copione, la collocazione internazionale dell’Italia fa vacillare il progetto di alleanza di governo del Pd. Anche stavolta la comunità internazionale è direttamente coinvolta (a cominciare dalle Nazioni Unite, il cui rappresentante speciale per il conflitto nel paese è Romano Prodi) e l’accelerazione della crisi ha reso del tutto evidente che il rapido contagio regionale può arrivare fino alle coste mediterranee.
E qui diventa più chiaro l’interesse dei paesi europei per quanto accade nel paese subsahariano compresa la decisione del governo italiano (come di quello tedesco) di contribuire alle operazioni internazionali, per ora con una forma di supporto logistico. L’Algeria è un attore di notevole importanza come fonte di approvvigionamento energetico, soprattutto per l’Italia.
Ma alla vigilia di un probabile nuovo governo di centrosinistra non è cambiato molto rispetto ai tempi dell’Unione di Romano Prodi.
(*) Capolista al Senato
“Con Monti per l’Italia”