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Per l’umanità è stato l’anno migliore di sempre

È difficile da credersi in un paese come il nostro in cui c’è una vera e propria “industria dell’allarmismo” che campa sull’idea che il paese sia allo sfascio, che si stava meglio quando si stava peggio, che tutto va male e che bisogna cambiare tutto (insomma, l’armamentario di tutti i populismi), ma il 2017 è stato davvero, di nuovo, se si considera il benessere complessivo dell’umanità, il migliore anno della storia. Le persone non sono mai vissute così a lungo, così bene e così liberamente. E Charles Kenny, autore di “Getting Better”, un libro che fornisce compendio sintetico del benessere globale, si augura che nel 2018 si riesca a sconfiggere definitivamente la polio e la Guinea Worm Disease (Dracunculiasi); a superare la carestia nel South Sudan; a proseguire nei progressi nella lotta alla malaria e all’HIV. C’è da augurarselo. Così Nicholas Kristof concludeva questo vecchio articolo: “Remember:The most important thing happening is not a Trump tweet. What’s infinitely more important is that today some 18,000 children who in the past would have died of simple diseases will survive, about 300,000 people will gain electricity and a cool 250,000 will graduate from extreme poverty” (Why 2017 May Be the Best Year Ever – The New York Time).

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