Intervista al parlamentare del Pd sui temi più attuali del 2010
Maran: le infrastrutture sono essenziali per garantire la centralità dell’Isontino
di FRANCO FEMIA
«La centralità geografica in un contesto europeo non basta per ritenere che un territorio, come può essere l’Isontino o anche la regione, goda di privilegi. Servono servizi di qualità e infrastrutture». Parla a l’onorevole Alessandro Maran, il parlamentare del Pd che rappresenta la nostra provincia a Montecitorio. Parla da una gelida Mosca dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza con la famiglia.
Cosa intende per centralità?
La possibilità innanzitutto di essere collegati meglio con il resto d’Italia e dell’Europa. Servono strade, collegamenti ferroviari…
Intanto si sono avviati i lavori per trasformare il raccordo in autostrada.
Sì, è vero. Speriamo che si faccia presto, anche per quanto riguarda la terza corsia della A4. Ma non basta. Quello che serve è migliorare i collegamenti ferroviari. Arrivare a Gorizia da Mestre è spesso un’avventura.
Lei parla di servizi di qualità. Quali?
L’Isontino ha delle peculiarità che vanno sfruttate meglio. Per esempio sappiamo costruire ottime navi e abbiamo i migliori vini bianchi del mondo: sfruttiamo questi beni, questo nostro valore aggiunto. Anche questo significa dare centralità al territorio.
Ma sul piano dei servizi Gorizia e Monfalcone stanno perdendo pezzi. Basta vedere il ridimensionamento della sanità ospedaliera previsto dal piano regionale.
È un settore depauperato da anni. Diciamolo chiaramente: chi ha bisogno di curarsi da anni sceglie altri ospedali, a Udine o a Trieste. Più che sui muri, bisogna pensare a servizi di qualità con figure professionali valide. Se si può fare da soli è meglio, altrimenti ben vengano le collaborazioni con altre realtà regionali.
Gorizia per il suo rilancio punta sull’università. È d’accordo?
Certo, ma anche in questo settore bisogna puntare sulla qualità e non solo puntare sugli spazi e sui locali.
È quello che ha detto anche il sindaco Romoli.
Infatti, è importante attrarre studenti. E lo si fa con ricerca, studi e corsi appropriati. Siamo alla vigilia della riforma universitaria e, vista anche la situazione di ristrettezze economiche, il rischio è che si taglino i rami secchi, quelli improduttivi. E dobbiamo fare in modo che a Gorizia non ci siano questi rami secchi.
Ritiene che siano migliorati i rapporti con Nova Gorica?
Dai e dai qualcosa di nuovo emerge. Dobbiamo confrontarci con realtà che demograficamente sono piccole e che hanno le nostre stesse problematiche. Sarebbe, quindi, utile mettere insieme risorse e capacità di operare per dare vita a validi progetti concreti utili alle due realtà. Ma capisco che ci vuole tempo.
Nel Veneto è possibile che il prossimo governatore sia il leghista Zaia. Ci saranno contraccolpi nel Friuli Venezia Giulia?
La nostra regione ha più risorse che gli vengono dalla sua autonomia, quindi una capacità di manovra che le regioni ordinarie non hanno. Certo, il Veneto ha una dimensione industriale più forte della nostra e ciò vuol dire anche un’economia forte.
Ma è possibile una cooperazione?
Sì, se c’è interesse anche dall’altra parte. Uno dei settori dove si potrebbe stabilire delle alleanze è quello aeroportuale, anche per rilanciare il nostro scalo di Ronchi stabilendo degli accordi con quello di Venezia.
Torniamo a casa nostra. Monfalcone è alla vigilia delle elezioni comunali. E c’è la possibilità che dopo tanti anni vinca il centrodestra. Condivide questa ipotesi?
Da quando ci sono le elezioni dirette del sindaco sono aumentate le possibilità dell’alternanza. E questo vale anche per Monfalcone. Le esperienze di dicono che anche a Monfalcone può cambiare tutto. Ma questo deve essere uno stimolo in più per il centrosinistra, che ha un patrimonio solido ma che deve mettere in campo, prima che uomini, idee e progetti nuovi.