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«Se hai la situazione sotto controllo, non dai la caccia agli atleti per i loro commenti su Instagram» – Il Riformista, 5 agosto 2021

Krystsina Tsimanouskaya è arrivata a Varsavia.

La sprinter bielorussa non ha potuto correre la sua corsa alle Olimpiadi ma, dopo aver rifiutato il rimpatrio forzato per aver criticato apertamente la Federazione di atletica leggera del suo paese, è diventata un campione della democrazia. In futuro, potrebbe tornare in pista in Polonia, che ha concesso un visto umanitario all’atleta e a suo marito, anch’egli fuggito dalla Bielorussia.

La sua presa di posizione si è guadagnata il sostegno da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti (il segretario di stato americano Antony Blinken ha accusato il regime bielorusso di inaccettabile «repressione transnazionale») ed ha ulteriormente evidenziato il braccio di ferro diplomatico in corso sulla Bielorussia tra l’Occidente e il presidente russo Vladimir Putin.

L’incidente, che viene dopo l’atterraggio forzato del volo Ryanair, l’arresto di un giornalista dell’opposizione e l’intensificarsi della repressione nell’ex Stato sovietico, ha, infatti, richiamato l’attenzione sul regime di Alexander Lukashenko, che dopo le elezioni dell’anno scorso (secondo le opposizioni, palesemente manipolate) sta precipitando nella tirannia. Da allora, infatti, oltre 30mila persone sono state arrestate: manifestanti, attivisti per i diritti umani, giornalisti e anche studenti universitari.

La scelta dell’atleta è stata lodata dalla leader dell’opposizione bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya, impegnata in un tour nelle capitali occidentali: ieri è stata accolta a Downing Street da Boris Johnson, dopo aver incontrato, la settimana scorsa, il presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca.

«Senza dubbio, Kristina Timanovskaya è il nostro eroe; ha trovato il coraggio di parlare e per il suo coraggio ha dovuto affrontare la repressione», ha detto Tikhanovskaya a Jim Sciutto della CNN. «Purtroppo, questa vicenda è anche un segno che non un solo bielorusso che abbia lasciato la Bielorussia è al sicuro». Del resto, come ha titolato Der Tagesspiegel, «So funktioniert das System Lukaschenko». Proprio in questi giorni, infatti, è stato trovato morto (la polizia ucraina ha riferito che è stato trovato impiccato in un parco nei pressi della sua casa a Kiev) l’attivista Vital Shyshiu, di 26 anni, punto di riferimento della diaspora bielorussa in Ucraina; e secondo le testimonianze e i filmati raccolti dalla CNN, il regime starebbe addirittura costruendo un campo di prigionia per i dissidenti ad un’ora di viaggio da Minsk, vicino a Novokolosovo.

Tuttavia, ha aggiunto la leader dell’opposizione bielorussa, quel che è accaduto a Tokyo «è anche segno che il regime è fragile, insicuro». «Se hai davvero la situazione sotto controllo, non dai la caccia agli atleti per i loro commenti su Instagram».

Alessandro Maran

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