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Società aperta contro società chiusa: le alleanze si faranno anzitutto su questo

La Commissione Esteri del Senato ieri ha approvato il Ceta, il trattato con il Canada sottoscritto dalla Ue. Il Sole 24 Ore di oggi riporta la notizia riprendendo il discorso del Presidente Mattarella, proprio in questi giorni in visita di stato in Canada, nel quale, benedicendo l’accordo, ha sottolineato il senso politico più profondo di trattati come il Ceta, “e cioè quella capacità – scrive il quotidiano -, attraverso gli scambi, di creare relazioni pacifiche tra Paesi, di rafforzare legami invece che barriere”.

Che cosa è il Ceta lo ha spiegato  qui Elisa Filippi e Pietro Ichino ha risposto alle obiezioni: PERCHÉ È IMPORTANTE RATIFICARE IL CETA (E FARLO SUBITO).

Segnalo tuttavia l’articolo del Foglio ed il commento di Stefano Ceccanti che oggi sottolineano il punto politico. Scrive Ceccanti: “Ora, del tutto coerentemente coi loro presupposti nazional-sovranisti, Lega, M5s e sinistra Italiana hanno votato contro e Mdp non ha partecipato al voto. Il dibattito sulle coalizioni a livello nazionale, sulle leggi elettorali, sulle unità da ricostruire, sul “riformismo radicale”, sulle primarie, sulle leadership non dovrebbe partire da qui? Se si vota in modo difforme su una scelta del genere connessa all’Unione europea (è un Trattato della Ue) ci si potrebbe presentare insieme davanti agli elettori anche qualora la legge desse un premio alle coalizioni? Votazioni del genere si ripetono a livello nazionale in ogni legislatura. Le alleanze in comuni e regioni non hanno questi problemi. Si può sostenere il maggioritario a livello nazionale se esso si traducesse in un imbroglio agli elettori? Vedo invece tanto politicismo da corazzata Potemkin. Era tutto scritto domenica da Sergio Fabbrini sul Sole a cui rinvio, poi si può far finta di niente, ma i problemi ritornano, al netto di pregi e difetti dei vari leaders che sono tali se non eludono queste evidenze”. Sottoscrivo.

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