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Venezuela: quando il populismo diventa autoritario

Quando Hugo Chávez, vent’anni fa, prese il potere in Venezuela, erano in molti a credere che il populismo di sinistra di cui si faceva paladino, avrebbe salvato la democrazia. Invece, ha condotto alla sua implosione.
La settimana scorsa, con una sentenza che è stata già definita da molti media come un “colpo di stato”, il Tribunale Supremo di Giustizia, pieno zeppo di sostenitori di Maduro, ha assunto tutti i poteri dell’Assemblea nazionale, esautorando il Parlamento, controllato dall’opposizione. I magistrati hanno dichiarato che: “finché persisterà una situazione di ribellione e oltraggio nell’Assemblea Nazionale, i poteri parlamentari saranno esercitati direttamente dalla Corte suprema o da altri organi, per garantire lo stato di diritto”. Adesso il governo di Nicolas Maduro avrà pieno controllo sul potere legislativo.

“Il destino del Venezuela rappresenta un monito”, scrivono Max Fisher e Amanda Taub su The Interpreter, la rubrica del New York Times che esplora idee e contesti che stanno dietro ai principali avvenimenti mondiali. “Il populismo è una via che, all’inizio può sembrare democratica. Ma percorsa fino alla sua logica conclusione, può condurre ad una regressione democratica o perfino all’autoritarismo vero e proprio”.

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