L’Aula del Senato ha approvato giovedì sera la fiducia chiesta dal governo sul maxi emendamento interamente sostitutivo del disegno di legge sulle unioni civili. I voti a favore sono stati 173, i voti contrari 71, nessun astenuto. Ora il provvedimento passerà alla Camera. Dopo l’approvazione definitiva, la legge istituirà l’unione civile tra persone dello stesso sesso.
«L’Italia – titolava già mercoledì scorso The Guardian – è vicina ad una voto storico sulle unioni civili dello stesso sesso» (Italy close to landmark vote in favour of same-sex civil …). L’Italia, ha scritto il quotidiano britannico, é l’unico dei grandi paesi europei occidentali che non riconosce nessuna forma di unioni delle stesso sesso. «Tuttavia – continuava così la principale voce liberal del Regno Unito – tutto questo potrebbe cambiare se il Senato dovesse votare giovedì il provvedimento che, se passasse, consentirebbe per la prima volta le unioni civili tra persone dello stesso sesso».
È questo il nocciolo della questione sul quale il Guardian è tornato oggi: «Italy has taken a step towards joining every other major country in western Europe with the passage of a landmark civil unions bill in the senate that will give legal recognition to same-sex couples for the first time in Italian history».
La sostanza della questione (o meglio, come direbbe un celebre romanziere di quelle parti, «The Heart of the Matter») è tutta qua. E come ha scritto Paola Concia oggi su l’Unità «Tra un po’ arriverà il tempo della vita vera quella che ci metterà di fronte alla realtà che è cambiata. E molti e molte diranno: “però, in effetti!”» (A mente fredda io dico che… ).