Category : IN PRIMO PIANO

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#Riforma costituzionale. Il 23 settembre a Pordenone

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BICAMERALISMO SUPERATO DALLA STORIA – Messaggero Veneto, 22 settembre 2016

Sono ormai passati 27 anni dalla caduta del Muro di Berlino. È da allora che sono venute meno le ragioni del bicameralismo ripetitivo voluto dai Costituenti, in un processo segnato, più che negli altri Paesi, dalla Guerra fredda. Fu voluto dalla Costituente, infatti, un sistema di Governo debole perché nessuno schieramento politico potesse vincere fino in fondo e nessuno potesse essere tagliato fuori del tutto dal Governo; e un Parlamento lento e ripetitivo sarebbe stato un freno utile a sfiancare qualunque maggioranza uscita dalle urne.

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REFERENDUM SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE: SI NO PERCHE’? – 26-27 settembre, sala del Consiglio comunale di Gradisca d’Isonzo (GO), ore 20.30. Incontri organizzati dalle Acli della provincia di Gorizia e dal circolo Acli di Gradisca d’Isonzo.

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REFERENDUM COSTITUZIONALE AL CONSIGLIO GENERALE FIM BELLUNO TREVISO – VENERDì 23 SETTEMBRE ORE 9.30 PRESSO CASTELBRANDO A CISON DI VALMARINO (TV)

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“Dire che è in gioco la democrazia è una presa in giro”

Moderato da Gad Lerner, il confronto alla festa de l’Unità di Bologna tra Matteo Renzi e Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ A.N.P.I., è stato seguito da 4mila persone circa (Referendum – Faccia a faccia Renzi-Smuraglia. Il leader Pd: “Dire che è in gioco la democrazia è una presa in giro” | l’Unità TV)
“Si può votare sì. Si può votare no. Ma dire che è in gioco la democrazia – ha detto il segretario del Partito democratico, rivolto al presidente Anpi – è una presa in giro nei confronti degli italiani”.
Renzi ha ragione. Non c’è da una parte la democrazia e dall’altra un tentativo autoritario. Sono a confronto due concezioni della democrazia: l’una è assembleare, fondata sulla cosiddetta centralità del Parlamento; l’altra è fondata sulla responsabilità degli Esecutivi. La prima era propria della peculiarità italiana del Dopoguerra, parte dell’anomalia di un sistema politico caratterizzato dalla mancanza di alternanza. La seconda è propria dei sistemi parlamentari più avanzati. Con i due referendum del 1991 e del 1993 abbiamo messo in discussione il proporzionalismo e le forme assembleari del nostro Parlamento. È da allora che abbiamo superato la democrazia consociativa per affermare un modello di democrazia governante. È da allora che è iniziata una transizione che, a 27 anni dal crollo del Muro di Berlino, è tempo di portare a compimento.
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La nuova Guerra dei Trent’anni del Medio Oriente

La Guerra dei Trent’anni (1618-1648) fu una delle guerre più lunghe e devastanti della storia europea. Iniziata come una guerra tra gli stati protestanti e quelli cattolici nel frammentato Sacro Romano Impero, divenne progressivamente un conflitto generale che coinvolse la maggior parte delle grandi potenze europee, perdendo sempre di più la connotazione religiosa e collocandosi nella prosecuzione della rivalità franco- asburgica per l’egemonia sulla scena europea. La guerra fu una catastrofe epocale, in particolare per i territori dell’Europa centrale e fu caratterizzata da gravissime e ripetute devastazioni di centri abitati e campagne, da uccisioni di massa, da operazioni militari condotte con spietata ferocia da eserciti mercenari spesso protagonisti di saccheggi, oltre che da micidiali epidemie e carestie.

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La strategia di Obama – l’Unità, 9 settembre 2016

Mentre, come vuole la tradizione, lunedì scorso, con la festa del Labor Day, è cominciato lo sprint finale della campagna presidenziale americana, Barack Obama sta completando il suo ultimo viaggio in Asia come presidente. Dopo aver partecipato al G20 in Cina, Obama è volato in Laos per incontrare i membri dell’Asean, l’associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico.

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SII RAGIONEVOLE, VOTA Sì. 23 settembre ore 20.30 Pordenone

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Siria: perché le cose non fanno che peggiorare?

La guerra civile siriana non accenna purtroppo a finire. Nonostante le molte offensive, malgrado le conferenze di pace e gli interventi stranieri, incluse le incursioni turche di questa settimana nelle città di confine, le cose non fanno che peggiorare.

Nei giorni scorsi, Max Fischer, sul New York Times, ha cercato di spiegare, raccogliendo le opinioni degli esperti, perché le cose in Siria vanno sempre peggio e quali sono i motivi che stanno frustrando ogni tentativo di risoluzione della guerra civile. La ricerca accademica sulle guerre civili, prese nel loro insieme, rivela perché quello siriano è un caso così difficile. I conflitti di questo tipo durano mediamente un decennio, circa il doppio (finora) di quello siriano. Ma ci sono alcuni fattori che li possono far durare più a lungo, li possono rendere più violenti e più difficili da fermare. E praticamente tutti questi fattori sono presenti in Siria. Molte di queste condizioni sono la conseguenza degli interventi stranieri che, pensati per porre fine alla guerra, l’hanno invece intrappolata in una situazione di stallo nella quale la violenza si auto-alimenta e le normali strade per la pace sono tutte ostruite. Il fatto poi che lo scontro avvenga tra più gruppi anziché tra due parti soltanto, lavora contro la risoluzione del conflitto. Stando agli esperti, quello siriano è davvero un caso difficile, posto che storicamente nessun conflitto precedente ha avuto dinamiche simili.

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Autonomia a prova di voto – Il Gazzettino, 13 agosto 2016

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