Category : IN PRIMO PIANO

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Il fallimento dell’establishment democratico – l’Unità, 10 novembre 2016

Che nelle elezioni fosse in gioco anche la sua eredità, il presidente Obama l’ha detto in molte occasioni. «Il mio nome può non essere in gioco, ma lo sono i nostri progressi», ha ripetuto in questi mesi nei comizi a sostegno di Hillary Clinton, elencando i suoi risultati: estensione della copertura sanitaria, ripresa economica e i soldati in gran parte ormai al sicuro, lontano dai pericoli dell’Iraq e dell’Afghanistan.  E anche la sua eredità ha perso martedì sera.

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Basta un Sì – Aiutaci a cambiare l’Italia. Casiacco di Vito d’Asio (PN), Auditorium del Centro Sociale, Venerdì 11 novembre ore 20.30

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Non così divisi, dopotutto. Almeno in politica estera

Ormai ci siamo: domani si vota. Le elezioni americane, si sa, sono uno dei più grandi spettacoli del mondo. Anzi, secondo Mario Sechi, «il più grande spettacolo del mondo».

«Che corsa, riavvolgiamo il nastro. La storia era un copione già scritto ma… I candidati dovevano essere Hillary Clinton e Jeb Bush, famiglie d’America. Dinasty. E invece, solo per un soffio non abbiamo avuto la coppia Sanders-Trump», ricorda oggi Sechi che poi aggiunge:«Beato è chi le ha seguite passo dopo passo. Hanno fatto passare Frank Underwood per un pivello, altro che House of Cards, la corsa alla Casa Bianca è stata la rappresentazione finale del denaro come insostituibile carburante della politica, della scorrettezza senza pensarci su troppo, del colpo basso, del potere che frusta il potere, una battaglia all’ultimo sangue che domani avrà il suo epilogo».

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“La Costituzione va difesa innovandola” – Il Gazzettino, 6 novembre 2016

“Nessuno ha mai pensato che basti riformare la Costituzione per risolvere i nostri problemi, ma alle difficoltà del Paese non è estranea la debolezza delle nostre istituzioni”. Il senatore isontino del Pd e vicecapogruppo dei Democratici a palazzo Madama, Alessandro Maran, premette così il suo ragionamento a sostegno del “sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre.

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#riformacostituzionale Ieri sera a Romans d’Isonzo (GO)

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“Che cosa abbiamo da perdere?”

Ieri, nella sua rubrica sul New York Times, l’ultima prima del voto, Thomas L. Friedman si è rivolto agli elettori di Donald Trump (Donald Trump Voters, Just Hear Me Out – The New York Times).
«While I’ve opposed the Trump candidacy from the start, I’ve never disparaged Trump voters. Some are friends and neighbors; they’re all fellow Americans», scrive Friedman. Dobbiamo, prosegue, prendere sul serio le loro preoccupazioni. Ma dobbiamo chiedere loro di essere seri e di distinguere tra i due candidati. «Trump is not only a flawed politician, he’s an indecent human being. He’s boasted of assaulting women — prompting 11 to come forward to testify that he did just that to them; his defense is that he could not have assaulted these women because they weren’t pretty enough.He’s created a university that was charged with defrauding its students. He’s been charged with discriminating against racial minorities in his rental properties. He’s stiffed countless vendors, from piano sellers to major contractors. He’s refused to disclose his tax returns because they likely reveal that he’s paid no federal taxes for years, is in bed with dodgy financiers and doesn’t give like he says to charity. He’s compared the sacrifice of parents of a soldier killed in Iraq to his “sacrifice” of building tall buildings. He’s vowed, if elected, to prosecute his campaign rival. We have never seen such behaviors in a presidential candidate».
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Basta un Sì a Romans d’Isonzo (Go). Venerdì 4 novembre ore 20.15, casa Pasiani Candussi

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Ritorno improvviso della guerra fredda l’Unità, 27 ottobre 2016

Si è molto parlato del ritorno al clima da guerra fredda tra USA e Russia. E manco a dirlo, una parte della politica italiana, quella antieuropea e antiamericana (la stessa – da Salvini a Berlusconi, da Grillo all’estrema destra – che, guarda caso, si batte per il NO al referendum) si è schierata con Putin. Ma un ritorno al bipolarismo della guerra fredda è impensabile. Perché? Perché il mondo tende al multipolarismo. E’ vero che ciascuno dei «poli» ha un peso molto diverso e che alcuni di questi, come appunto la Russia, pur non essendo al livello degli Usa dal punto di vista economico, hanno un’importanza militare (e nucleare) che può ostacolare la libertà di movimento degli altri, ma oggi il sistema internazionale – com’è stato costruito dopo la seconda guerra mondiale – è ormai irriconoscibile.

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Comune di San Pietro di Feletto (TV) – Lunedì sera alla consegna della Costituzione della Repubblica Italiana ai diciottenni.

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Basta un Sì a Conegliano il 24 ottobre. Bicameralismo paritario: l’anomalia italiana

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