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La politica deve essere sempre sotto schiaffo: se fa le riforme sono fatte male; se non le fa è latitante.

È passato un mese dal referendum del 4 dicembre. E, puntualmente, il Corriere della Sera denuncia una democrazia incapace di decidere. Eppure, proprio il Corriere si è speso contro una riforma costituzionale che non andava bene perché avrebbe dato, appunto, più poteri (troppi) al governo.

Insomma, siamo alle solite. Lo spiega Stefano Ceccanti, che nella sua rassegna di oggi si sofferma sulla linea editoriale del Corriere della Sera: «interessante nella sua doppiezza». «Prima del referendum – annota Ceccanti – ha fatto una campagna abbastanza esplicita per il No con argomenti tecnici e benaltristi. Da qualche giorno fa invece pezzi di critica alla politica perché non fa le riforme, che spesso coincidono con quelle bocciate: ieri Rizzo ha attaccato la mancata abolizione delle province ed oggi la mancata soppressione ai finanziamenti dei gruppi regionali. Il tutto si salda con l’editoriale di Galli per cui la politica è poco coraggiosa perché poco decisionista. Insomma, al di là delle cause del momento, si vuole comunque una politica sotto schiaffo: se fa le riforme devono essere sbagliate, altrimenti va criticata perché non le fa. Tutto questo la dice lunga su quanto una parte della classe dirigente preferisca una politica impotente, chiamata a riverire i poteri “forti”». Tutto qua.

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