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RIFORMA ELETTORALE: L’AUDIZIONE DI AUGUSTO BARBERA ALLA CAMERA

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Scrive oggi Claudio Cerasa sul Foglio: «Non fidatevi di chi vi dice oh Madonna mia crollerà tutto, aiuto, moriremo tutti, il Pd è sull’orlo di una scissione». Non fidatevi perché «la minoranza del Pd non potrà fare nulla di quello che velatamente minaccia: non può far saltare la legge elettorale perché sennò salterebbe il governo, salterebbe il Pd e salterebbe anche la minoranza del Pd; e non può uscire dal Pd perché, più semplicemente, salterebbero i nervi agli elettori dello stesso Pd, i quali difficilmente capirebbero che un partito che ha preso il 41 per cento alle ultime elezioni, e che si appresta a vincere le prossime regionali, è qui che si spacca perché la minoranza della minoranza interna chiede il listino bloccato al posto dei capilista bloccati e qualche preferenza in più nella legge elettorale. Il tutto, poi, in un contesto surreale in cui gli stessi dirigenti che oggi chiedono più preferenze e che ringhiano pensando al dramma di avere una legge elettorale con il premio alla lista sono gli stessi, ma proprio gli stessi, dirigenti del Pd che anni fa ringhiavano chiedendo di rottamare le preferenze (da Bersani a D’Alema) e che anni fa chiedevano di sbarazzarsi il prima possibile dell’orrendo premio alla coalizione (andatevi a rivedere nel 2007 chi furono i campioni del Pd appena nato che misero la propria firma sotto il referendum presentato da Guzzetta e da Segni per eliminare dalla legge elettorale il premio di coalizione, e tra quei nomi troverete anche quelli di Rosy Bindi ed Enrico Letta)».

E la posizione che rende meglio di ogni altra l’idea del vicolo cieco in cui si è cacciata l’opposizione è quella di Forza Italia.«Partito che – scrive ancora Cerasa -, dopo aver scritto e votato la stessa legge elettorale che sarebbe oggi l’oggetto di un golpe, per scongiurare l’imminente golpe si appella a un presidente della Repubblica che non ha votato, che ha accusato di essere arrivato al Quirinale a seguito di un altro golpe e che dovrebbe essere ora la persona giusta per frenare il golpe renziano. Deliziosi» (Opposizione senza Speranza).

Va da sé che le accuse di attentato alla democrazia che, come al solito, vengono mosse al disegno di legge approvato dal Senato e ora in terza lettura alla Camera, non stanno in piedi (semmai, il rischio incombente è quello di lasciare il paese privo di una legge elettorale praticabile): segnalo gli appunti del costituzionalista Augusto Barbera per la sua esposizione di lunedì scorso davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati.

Segnalo inoltre – vista la (interminabile) discussione in corso sulla «specialità» della nostra regione – che anche la Sardegna ha fatto proprio il modello della Regione Lazio per l’attivazione del nuovo sistema di cooperazione tra servizio pubblico per l’impiego e agenzie specializzate (come già a gennaio la Sicilia): leggi le due lettere del Direttore generale dell’Assessorato al Lavoro; in coda il testo della Delibera della Giunta Regionale.

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