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La crisi spagnola e il nuovo spartiacque nella politica europea

Un bel pasticcio quello spagnolo, che fa prevedere un difficile periodo di instabilità (ieri l’Huffington Post spagnolo faceva sette ipotesi di coalizione per concludere che nessuna sta davvero in piedi e che si voterà di nuovo a maggio: Los 7 posibles (o imposibles) pactos tras las elecciones del 20-D), un prossimo ritorno alle urne o un governo di larghe intese fra popolari e socialisti, caldeggiato e benedetto, nell’interesse del Paese, dal nuovo sovrano Felipe VI.

Ma la crisi spagnola (a pochi giorni dal voto francese), dove il sistema tripartito restituisce l’ingovernabilità e lo spappolamento del paese, ci dice qualcosa di più. Ci dice che la vecchia distinzione fra destra e sinistra non corrisponde più all’alternativa fondamentale che abbiamo di fronte e ci parla del nuovo spartiacque della politica europea.

Rimando al pezzo che ho scritto su Formiche.net il 15 novembre scorso (Sta nascendo un nuovo bipolarismo in Italia?) e all’articolo di Pietro Ichino apparso sul Foglio il 9 dicembre (PERCHÉ NEL VECCHIO CONTINENTE SALTA LA DIALETTICA TRADIZIONALE DESTRA/SINISTRA).

E poi, diciamo le cose come stanno: Dio benedica il doppio turno. 

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