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Il discorso perfetto di Mattarella su come si difende la democrazia – Il Foglio, 27 aprile 2022

Al direttore – Il 23 aprile 1999, i capi di stato e di governo dellAlleanza si riunirono a Washington per celebrare il 50esimo anniversario della Nato. Allora toccò a Massimo DAlema rendere omaggio, nella stessa sala in cui venne firmato il Trattato Nord Atlantico, a un risultato eccezionale: cinque decenni di pace e di sicurezza in Europa. DAlema, in quelloccasione, si soffermò sulla sfida difficile” che allora stava affrontando lalleanza: Estato necessario ed è ancora necessario usare di nuovo la forza in Europa per costruire una pace giusta”. Raccontò di aver visitato il confine tra Kosovo e Albania e di essere stato con i volontari italiani che in loco accoglievano e assistevano i rifugiati: Con i miei occhi ho visto i trattori, ho visto le donne, i bambini e gli anziani, ho visto queste persone ferite nei loro corpi, private di tutto, non solo dei loro cari, ma perfino dei documenti di identità, le targhe automobilistiche erano state strappate dalle loro auto in modo da cancellare qualsiasi collegamento con la loro patria e le loro case. Non avremo pace finché queste persone non saranno in grado di ritornare a casa in pace e serenità, come rispettati cittadini del loro paese, e non avremo pace finché i soldati che li hanno mandati via non saranno respinti”. Questo è il nostro impegno e per questi obiettivi e valori lItalia svolgerà il suo ruolo allinterno dellAlleanza. Sarà un alleato forte e sincero, capace di assumersi le proprie responsabilità”, concluse. Allora DAlema era il capo del governo e indossava i panni atlantici che poi ha dismesso (il DAlema blairiano e liberale è durato poco). Si tratta, tuttavia, di un discorso che, vista laria che tira, vale la pena di leggere. Non è male, direbbe Mr. Pickwick, accendendosi un altro sigaro.
Alessandro Maran

Perfetto. Così come perfetto, magnifico, è stato il presidente della Repubblica in questi giorni. Prima ricordando che “il 25 aprile rappresenta la data fondativa della nostra democrazia, un popolo in armi per affermare il proprio diritto alla pace” (la pace si difende anche con le armi). E poi ammettendo, lo ha detto lunedì ad Acerra, che i degni eredi dei partigiani sono i resistenti ucraini. Niente male, per un presidente cattolico.

Claudio Cerasa

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