Martedì scorso è iniziato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, con la mia relazione, l’esame del ddl che reca “Disposizioni in materia di conflitti di interessi”. Riporto, di seguito, il resoconto sommario della seduta del 12/04/2016:
(2258) Disposizioni in materia di conflitti di interessi, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Bressa; Fraccaro ed altri; Civati ed altri; Irene Tinagli ed altri; Fabiana Dadone ed altri; Rizzetto ed altri; Scotto ed altri; Simonetta Rubinato e Floriana Casellato
www.stradeonline, 08 Aprile 2016
Stando al Washington Post, la recente intervista di Bernie Sanders con il New York Daily News è stata un disastro: sollecitato ad andare oltre la consueta retorica sulle nefandezze di Wall Street e a dire concretamente come intende «spacchettare» e riorganizzare le grandi banche, il senatore del Vermont, ha farfugliato qualche frase di circostanza. Ma la sua intervista sta facendo discutere anche per altre ragioni, che ci riguardano da vicino. Bernie Sanders (che pure non è Matteo Salvini) ha detto praticamente che gli USA non dovrebbero commerciare con i paesi nei quali i salari dei lavoratori sono (molto) più bassi di quelli americani. Una dichiarazione terrificante per tutto il mondo in via di sviluppo.
Il senatore sulle elezioni di Grado: «Può accadere di tutto
La sinistra non ha mai vinto, bisogna cambiare per la città»
di Antonio Boemo
◗ GRADO
Davanti a una situazione politica che a Grado non è mai stata così ingarbugliata, il senatore Alessandro Maran non nasconde la sua preoccupazione. E non risparmia di bacchettare il Pd, anche a livello regionale, che è il suo partito dopo l’esperienza con Scelta civica.
Il Pd ha possibilità di conquistare il Comune?
Il gruppo dirigente del Pd, locale e regionale, ha dato il peggio di sé. Ma conosco Luciano Cicogna: è una brava persona e un amministratore capace.
È mai stato interpellato dal Pd o da altre forze politiche per candidarsi a sindaco?
I CONTENUTI DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE, LE RAGIONI CHE LI SORREGGONO, LE OBIEZIONI E LE RISPOSTE, A CURA DI UN AUTOREVOLE COSTITUZIONALISTA
Carlo Fusaro, professore ordinario di diritto costituzionale nell’Università di Firenze, ha curato lo speciale di due pagine con le risposte alle domande sulla riforma costituzionale che l’Unità ha pubblicato il 15 marzo 2016 e che si può scaricare più sotto. Sull’argomento rinvio anche la scheda La riforma costituzionale in sintesi, dell’ottobre 2015, e al mio intervento dell’agosto 2014 in Senato, in sede di dichiarazione di voto sulla riforma costituzionale, La Costituzione necessaria dopo la caduta del muro che Pietro Ichino ha pubblicato sul suo sito. ..
Ogni volta che in qualche parte nel mondo c’è un conflitto, una folta schiera di politici e di opinionisti si affanna a sostenere che tocca agli Stati Uniti risolverlo. Che si tratti di inviare armi all’Ucraina o invocare l’invio di truppe in Iraq (o in Siria) l’assunto è sempre lo stesso: ogni problema è un problema dell’America; e il modo migliore per risolvere i problemi dell’America è uno solo: usare la forza. Anche a proposito dell’ISIS, ovviamente, sono in parecchi a reclamare a gran voce l’intervento militare americano; manco a dirlo, anche quanti hanno condotto gli Stati Uniti in Iraq un decennio fa, una decisione che, a ben guardare, ha contribuito ad innescare gli avvenimenti che oggi hanno luogo in quel paese.
Domenica c’ė stato un altro attentato, questa volta in Pakistan. Lontano da casa nostra. I talebani hanno colpito di nuovo, la domenica di Pasqua. Il gruppo Jamaat-e-Ahar ha rivendicato l’attentato suicida di Lahore, in un parco frequentato dalle famiglie, che ha ucciso oltre 70 persone ne ha ferite più di 300.
Questa volta le bombe sono esplose a Bruxelles. Col tempo probabilmente sapremo come ha fatto l’ISIS (che ha rivendicato l’attacco) a progettare l’attentato e se è stato una ritorsione per l’arresto della scorsa settimana. A ben guardare, però, si tratta di dettagli rispetto a quel che davvero conta: Bruxelles, l’Europa ed il mondo devono attrezzarsi per fare fronte ad uno scontro di lunga durata contro il terrorismo. Il che significa intensificare le attività di controterrorismo, giungere ad un grado di cooperazione ben più consistente tra le nazioni minacciate; significa coraggio e fermezza di fronte a una minaccia che impiegheremo anni per eliminare. Niente a che vedere, ovviamente, con l’allarmismo isterico del genere a cui hanno dato voce immediatamente i politici alla Salvini (o alla Trump).