Monthly Archives: Gen 2016

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La nostra marcia verso l’uguaglianza

testo corte suprema usa

Dal 26 gennaio riprenderà al Senato l’esame del ddl sulle unioni civili (ddl 2081 e connessi). Come sanno tutti, la normativa prevista dal ddl Cirinnà riprende pedissequamente la proposta del ‘modello tedesco’ (e cioè unioni civili con stepchild adoption) lanciata alla Leopolda del 2012 e contenuta nella mozione uscita larga vincitrice dal congresso PD del 2013.

Ricevo parecchie mail in questi giorni, tutte uguali, che mi invitano «a riflettere seriamente sulla reale necessità di approvare una Legge “per pochi” che segnerebbe una profonda ferita nella nostra società e che cancellerebbe i valori naturali, culturali e religiosi sui quali si è fondata e si fonda la nostra Nazione, che Lei ha l’onore e l’onere di rappresentare come Senatore» e, quasi sempre, la lettera prosegue così: «Lei sarà chiamato a esprimere un giudizio, e quindi un voto, sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”. E anche nell’ipotesi che la “stepchild adoption” dovesse essere ipocritamente stralciata dal ddl, Lei sa bene che una volta approvata una legge sulle unioni civili, in base al principio di non discriminazione, l’Europa imporrebbe la loro equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio naturale tra uomo e donna, con tutte le implicazioni del caso, possibilità di adozione compresa».

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IN PRIMO PIANO

Formiche.net, 4 gennaio 2016 – Che cosa accomuna l’Isis al comunismo

L’esercito iracheno ha riconquistato Ramadi. È una delle migliori notizie con cui abbiamo chiuso l’anno. Ma diciamoci la verità: per sbaragliare lo Stato Islamico servirebbe una massiccia invasione di terra e i risultati sarebbero, ben che vada, temporanei. Come ha evidenziato Barry Posen, direttore del MIT Security Studies Program, in un saggio recente, «i tentativi americani di riformare la politica di altri Paesi con la spada si sono infranti contro l’ostilità sciovinistica verso gli stranieri, alleanze locali inaffidabili, pratiche culturali profondamente radicate e la rozzezza dello strumento militare». E proprio questi «persistenti problemi» consigliano una strategia più limitata di «contenimento» che «richiede pazienza e resilienza e non promette una rapida e facile vittoria». L’Isis é riapparso, infatti, dopo che era stato già battuto durante il «surge» delle forze Usa in Iraq nel 2007. Poiché fino a quando i sunniti continueranno a sentirsi minacciati, le organizzazioni jihadiste si offriranno di «proteggerli».

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GIORNALI2016 IN PRIMO PIANO

Formiche.net, 4 gennaio 2016 – Che cosa accomuna l’Isis al comunismo

L’esercito iracheno ha riconquistato Ramadi. È una delle migliori notizie con cui abbiamo chiuso l’anno. Ma diciamoci la verità: per sbaragliare lo Stato Islamico servirebbe una massiccia invasione di terra e i risultati sarebbero, ben che vada, temporanei. Come ha evidenziato Barry Posen, direttore del MIT Security Studies Program, in un saggio recente, «i tentativi americani di riformare la politica di altri Paesi con la spada si sono infranti contro l’ostilità sciovinistica verso gli stranieri, alleanze locali inaffidabili, pratiche culturali profondamente radicate e la rozzezza dello strumento militare». E proprio questi «persistenti problemi» consigliano una strategia più limitata di «contenimento» che «richiede pazienza e resilienza e non promette una rapida e facile vittoria». L’Isis é riapparso, infatti, dopo che era stato già battuto durante il «surge» delle forze Usa in Iraq nel 2007. Poiché fino a quando i sunniti continueranno a sentirsi minacciati, le organizzazioni jihadiste si offriranno di «proteggerli».

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