È giusto che ci si preoccupi così tanto della crescita economica? Sì perché, come sostiene Benjamin Friedman, lo sviluppo economico rende una società più aperta, tollerante e democratica e anche più riguardosa dell’interesse delle generazioni future.
Chi ce lo fa fare di imbarcarci nella costruzione di un nuovo soggetto lasciando, ancora una volta, il certo per l’incerto?
La sinistra italiana deve uscire dalla rivendicazione identitaria per misurarsi con i programmi che ovunque in Europa impegnano i socialisti.
Dalla carente coscienza nazionale nello Stato unitario fin dalla sua costituzione, alla folle politica di aggressione del fascismo, dalla dissoluzione dello Stato nazionale l’8 settembre 1943 alle foibe, dalla sconfitta bellica sancita dal Trattato di pace all’esodo, dal Trattato di Osimo all’illusione del rilancio economico dell’area di confine nel volume di Marina Cattaruzza “L’Italia e il confine orientale”.
Il Piccolo, 10 aprile 2007 – Nei giorni in cui il riformismo di matrice cattolica e quello di matrice socialista si preparano a offrire – con il Partito democratico – una prospettiva diversa al Paese, cos’è che ha scatenato nel centrosinistra a Gorizia questa guerra intestina?
L’istituzione dell’Associazione fra le Province del Friuli non serve a migliorare la qualità del governo locale e, quindi, la qualità della vita dei cittadini. Serve invece per definire (come sottolinea Marzio Strassoldo, attraverso “un organismo che abbia permanenza e stabilità”) una “patria” e un “popolo”.