(Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Garavini ed altri, Migliore ed altri, Brunetta ed altri); (93) LUMIA ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; (656) DE CRISTOFARO ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata di tipo mafioso o similare; (722) SCHIFANI ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; (827) GIARRUSSO ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, anche straniere.
Resoconto stenografico della seduta n. 070 del 17/07/2013
Discussione dei disegni di legge:
(825) Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Garavini ed altri, Migliore ed altri, Brunetta ed altri)
(93) LUMIA ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
(656) DE CRISTOFARO ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata di tipo mafioso o similare
(722) SCHIFANI ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
(827) GIARRUSSO ed altri. – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, anche straniere
PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il senatore Maran. Ne ha facoltà .
MARAN (SCpI). Signor Presidente, colleghi, il provvedimento in esame reca l’istituzione della decima Commissione antimafia.
In passato, con le loro relazioni, le Commissioni hanno dispiegato uno sforzo, oltre che conoscitivo, propositivo su come adeguare l’impianto normativo ai cambiamenti intervenuti nella struttura delle organizzazioni mafiose. La mafia e le mafie, Cosa nostra e le altre espressioni della criminalità organizzata, rimangono ancora un problema grave della società italiana e, dunque, della democrazia italiana.
Da quando la Commissione fu istituita e dotata di poteri di inchiesta, nella X legislatura, come poi tutte quelle che l’hanno seguita, le diverse organizzazioni criminali hanno coltivato vecchi e nuovi traffici, conservando e acquisendo posizioni di potere, soprattutto sul terreno economico, anche attraverso pesanti condizionamenti nella vita politico-istituzionale.
Oggi, nel quadro della crisi generale che l’economia italiana e quella europea stanno attraversando, con pesanti riflessi negativi anche sulla condizione finanziaria e sulle capacità d’azione dello Stato, la compenetrazione tra criminalità e attività economica¨ diventata un nodo di estrema rilevanza, specialmente per il Mezzogiorno – lo ha sottolineato il presidente Napolitano l’anno scorso nell’aula bunker di Palermo, alla cerimonia di commemorazione del giudice Giovanni Falcone – ed è diventata un modo soffocante per ogni possibilità di sviluppo in quelle regioni, in cui la crisi favorisce l’azione predatoria dei clan criminali. Questi tendono a porsi come procacciatori di occasioni di lavoro, sia pure irregolari e in nero, in un contesto di disoccupazione crescente e disperata.
Il Mezzogiorno rischia di essere stretto in questo nodo scorsoio, in questo circolo vizioso proprio quando l’Italia ha bisogno di un apporto nuovo, delle risorse e delle potenzialità di queste regioni attraverso una loro decisa valorizzazione, in un clima di legalità per aprire la strada di un più intenso, nuovo, diverso e sostenibile sviluppo nazionale.
La lotta contro le mafie, dunque, è oggi più che mai una priorità per tutto il Paese. Se, però, dobbiamo proseguire con determinazione e tenacia lungo una strada tracciata e se non sottovalutiamo la persistente gravità della pressione e della minaccia mafiosa, possiamo e dobbiamo anche sentirci più forti che nel passato, proprio per la crescente mobilitazione di coscienze e di energie che si è venuta realizzando nel tempo, per l’eredità morale, per le innovazioni legislative ed ordinamentali sul piano della proiezione internazionale che ci hanno lasciato uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dobbiamo altresì sentirci più forti perché l’azione dello Stato, sorretta da un sostegno più largo di opinione anche tra i giovani, ha assestato in questi anni colpi durissimi alla mafia.
Anche per questo è oggi necessario in Italia un clima di condivisione e di responsabilità più generale.
La complessità dei problemi da affrontare, proprio per riaprire una prospettiva di ripresa e di sviluppo economico e sociale, impone uno sforzo di coesione nel senso di un approccio solidale, propositivo, unitario a questioni così gravi con cui fare i conti.
Chi ricorda l’esperienza degli anni 1992 e 1993, chi ricorda l’attacco criminale e le stragi mafiose sa che esse coincisero anche allora con difficoltà gravi della politica, con una crisi finanziaria acuta, con un palese logoramento del tessuto istituzionale. Per questo noi rimaniamo dell’opinione che garantire stabilità di Governo, mettere in cantiere processi di riforma deve essere anche nella fase attuale l’impegno più necessario, più largamente condiviso e sostenuto.
Questa è la condizione che può permettere ai giovani – come era nell’auspicio che il presidente Napolitano ha rivolto loro nell’aula bunker lo scorso anno – di scendere al più presto in campo, aprendo porte e finestre se vi si vuole tenere fuori, per rinnovare la politica e la società.
Ricordo che il commissario europeo Cecilia Malmström l’anno scorso ha visitato le nostre regioni meridionali e in una sua pubblicazione, intitolata «Daily struggle against the mafia», ha ricordato che è la lotta di ogni giorno che mostra e prova che l’antimafia è più forte della mafia stessa. C’è parecchio da fare – ha sottolineato il commissario europeo – ma l’attività che ha visto nelle regioni meridionali del nostro Paese è davvero impressionante ed emozionante.
E’ questa l’attività che dobbiamo cercare di proseguire, con determinazione e tenacia, istituendo anche in questa legislatura la Commissione antimafia. (Applausi dal Gruppo SCpI).