Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1464 e della questione di fiducia – Intervento in dichiarazione di voto

Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 242 del 07/05/2014
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulla questione di fiducia posta dal Governo. Passiamo ora alla votazione dell’emendamento 1.900, presentato dal Governo, interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge n. 1464, sull’approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

 MARAN (SCpI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 MARAN (SCpI). Signor Presidente, colleghi, il Gruppo di Scelta Civica voterà a favore della fiducia. Sul dettaglio del provvedimento rinvio all’intervento del senatore Dalla Zuanna e a quanto hanno detto il relatore e il Governo in sede di replica.

Voglio però sottolineare il nesso tra il decreto e il disegno di riforma organica che prevede il codice semplificato e l’introduzione del contratto di lavoro a tempo indeterminato a protezione crescente: la connessione tra il decreto oggi al nostro esame e il disegno di legge delega in discussione in Commissione che delinea la riforma compiuta e organica dell’ordinamento del mercato del lavoro, come è esplicitato nel testo stesso approvato dalla Commissione, e dove si precisa che le disposizioni recate dal provvedimento d’urgenza sono destinate a collocarsi nel quadro di una riforma complessiva, diretta a costruire la sicurezza economica e professionale delle persone che lavorano non attraverso l’ingessatura dei singoli rapporti di lavoro, ma attraverso una garanzia della continuità del reddito e di un investimento sulla riqualificazione delle persone che, per qualsiasi motivo, perdano un lavoro: mirata quindi agli sbocchi occupazionali che effettivamente ci sono. Una sicurezza dunque non più costruita su un’ingessatura, ma sull’efficacia del sostegno del reddito, sull’assistenza assicurata alle persone interessate da passaggi tra posti e lavori diversi, inevitabili, che già costituiscono e sempre più costituiranno eventi fisiologici e normali nella vita di ciascuno.

Nell’immediato e in via provvisoria e d’urgenza il decreto in esame mira ad anticipare sostanzialmente gli effetti di questa riforma, allentando subito vincoli concernenti la costituzione dei rapporti di lavoro secondo i nuovi principi a cui poi si ispirerà l’ordinamento delineato nel disegno di legge delega.

Nel decreto mancano molte cose, ma il decreto ambisce a segnare uno spartiacque tra due culture delle relazioni industriali, tra due sistemi di protezione del lavoro, e gli interventi che sono stati svolti in questi giorni hanno testimoniato il maturare di una convinzione comune tra diverse forze politiche, tra un largo ventaglio di forze politiche: dunque, non più la difesa del lavoratore dal mercato del lavoro, ma nel mercato del lavoro.

 

Voglio riprendere una considerazione svolta dal senatore Dalla Zuanna in discussione generale. Si è molto parlato di schiavitù, ma non è il decreto che crea schiavitù: la vera schiavitù è stare a casa, è non avere alcuna possibilità di lavorare; la vera schiavitù per un imprenditore è quella di non poter assumere perché i costi sono troppo alti. Queste sono le schiavitù che dobbiamo combattere e che Scelta Civica per l’Italia è impegnata a combattere.